Nord e Sud - anno IV - n. 35 - ottobre 1957

contropartita, la Conferenza di Berlino si chiuse senza che si giungesse ad alcuna positiva conclusione sui problemi europei. In verità durante tutta la durata delle trattative i sovietici mostrarono abbastanza chiaramente che essi volevano mangiare la torta e conservarla, volevano cioè che gli occidentali rinunciassero a tutti i loro accordi politici e militari senza cedere nulla in compenso; volevano riunificare la Germania e insieme conservare il loro controllo sulla Repubblica Popolare di Pankow. Qualcosa era mutato nell'Unione Sovietica dopo la morte di Stalino, ma a Berlino non v'era stato segno alcuno che potesse far ragionevolmente pensare che la politica russa in Europa fosse anch'essa mutata. Non si deve credere tuttavia che quello di Mosca fosse un piano machiavellico, calcolato in ogni più piccolo particolare per dare scacco propagandisticamente alla politica occidentale: certamente i dirigenti sovietici tentarono in ogni modo di servirsi della Conferenza per fare della buon3 propaganda e per rafforzare le posizioni neutralistiche in Europa e soprattutto in Francia; ma tutto ciò non poteva nascondere completamente l'assenza di una nuova politica comunista per l'Europa o almeno di un'effettiva volontà di compromesso. Probabilmente la stessa situazione interna sovietica non consentiva mutamenti di politica estera: il ricordo dei moti di Berlino del giugno '53 e delle agitazioni intervenute in altri paesi d'oltre-cortina era troppo recente, e non era giunta a termine la lotta per il potere che aveva condotto qualche mese avanti alla liquidazione di Beria e che doveva portare un anno dopo alle dimissioni di Malenkov. Un qualsiasi compromesso sulla Germania per favorevole che potesse riuscire alla Russia doveva necessariamente implicare il ritiro delle truppe sovietiche dalla loro zona d'occupazione; le elezioni nell'Est tedesco per manipolate che potessero essere non avrebbero certo dato quella unanimità tipica dei regimi comunisti; lo cho'C psicologico dell'arretramento della cortina di ferro avrebbe potuto avere delle conseguenze imprevedibili nelle democrazie popolari. Si può comprendere che in quel momento nessun uomo politico in Russia si sentisse tanto forte da fronteggiare que-◄ sti che erano i primi sicuri rischi dell'operazione. Naturalmente il rifuggire dalle soluzioni· per conservare lo stato precedente, la scelta dell'immobilità conteneva altri non meno gravi pericoli: gli occidentali si sarebbero anch'essi irrigiditi sulle loro posizioni e avrebbero proceduto oltre nelf integrazione della Germania di Bonn al loro blocco, le strutture dell'allean- [122] Bibloteca Gino Bianco

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