Nord e Sud - anno IV - n. 35 - ottobre 1957

consistev,a nel giocar gli Stati Uniti contro la Francia, nel procurarsi gli aiuti degli americani - sempre ancestralmente sospettosi del colonialismo dei popoli europei - se non proprio in funzione antifrancese almeno per tenere entro limiti assai ristretti i troppo intraprendenti protettori. Era, dunque, una situazione assai complicata nella quale i francesi si trovavano a dover fare la guerra e insieme a manovrare tra governi corrotti ·e screditati e un imperatore d,a loro stessi inventato, il quale perseguiva i suoi fini personali: in tutto ciò le massime aspirazioni potevano essere quelle di un regime di tenue preferenza economica (ma anche questo si faceva ogni giorno meno facile per il sempre più notevole intervento economico americapo a sostenere la guerr.a), la supremazia culturale e quel minimo di presenza politica che avrebbe potuto venire da una alquanto platonica adesio.t?-e all'Union Française. L'opinione, prendendo coscienza di questi d,ati elementari del problema che fino a quel momento le erano sfuggiti, veniva manifestando in maniera sempre più evidente la sua avversione ad una guerra così assurda e si rifiutava di vedere quel che tra tanti aspetti negativi poteva pur apparire la sola. ragione plausibile di un così forte impegno: il tentativo di difendere dall'attacco comunista (e non più o non meno soltanto dei nazional-comunisti indocinesi) una · posizione-chiave del mondo libero nel Sud-Est asiatico. Tra la fine del '52 e i primi mesi del '53 si era, dunque, disegnato un netto rivolgimento dell'opinione pubblica e la cìasse parlame11tare si era mostrata sensibile a questo mutamento: nella crisi del giugno '53 l'affermazione di MendèsFrance, che si dovesse dare opera per una rapida ed onorevole soluzione del ·conflitto, aveva trovato larghi consensi all'Assemblea Nazionale in tutti i settori. E se non erano mancati quelli che ,avevano accusato il leader radicale di intenzioni rinunciatarie e capitolarde (soprattutto tra quei gollisti tra i quali Mendès-France doveva trovare l'anno successivo co·sì accesi sostenitori), si trattava prevalentemente di testardi nazionalistj ed imperialisti o di coloro che nell'origine del conflitto e nella politica tenuta successiv,amenteavevano le maggiori responsabilità, e che si contavano tra i cattolici come tra i radicali, tra i gollisti come tra gli indipendenti. Nei più v'era soprattutto timidezza innanzi alle risoluzioni vigorose; frutto non tanto di interessi da tutelare q~anto della riluttanza psicologica di ogni uomo politico a farsi liquidatore di un fallimento del (109] Bibloteca Gino Bianco

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