Nord e Sud - anno IV - n. 35 - ottobre 1957

1,ima pprte, almeno da qualche anno, sostenute dagli. Stati Uniti; il carattere di guerra coloniale della vicenda non sembrava colpire l'immaginazione popolare. I comunisti, i socialisti e pochissimi r,adicali s'agitavano, bensì, per far comprendere la gravità della situazione; ma la loro udienza era limitata ai soli seguaci dei partiti e, di più, tutti erano messi in difficoltà da un pregiudizio s{avorevole: i comunisti pel fatto stesso d'esse-- re comunisti; i socialisti per aver diviso bene o male fino al 1951 le responsabilità di governo e quindi degli avvenimenti; i radicali per il fatto che ancora dividevano tali responsabilità .. Gli avversari, inoltre, avevpno facile gioco nella polemica, a far passare comunisti e socialisti per pericolosi rivoluzionari, tradizionpli nemici dell'impero e della grandezza francese, se non addirittura alleati od amici di quegli asiatici che combattevano contro l'esercito della nazione. Ora, invece, le circostanze mutavano, la sconfit~a si profilava e gli uomini che parlavano per una soluzione pacifica del conflitto trovavano più facile udienza nel comune del pubblico: i morti cominciavano a contarsi a decine di migliaia e il costo della guer- . ra a centinaia di mil~ardi; e sempre più problematici apparivano i vantaggi che si sarebbero potuti trarre da un esito favorevole della vicenda. In realtà i frutti della vittoria sarebbero stati pochissimi: nel 1950 infatti la Repubblicp Francese aveva concesso all'imperatore Bao Dai quelle stesse ,cose che aveva nel 1945 rifiutate al Viet-Minh, accettando per conseguenza i rischi della guerra. Così il Laos e la Cambogia e il VietNam erano stati riconosciuti come stati associati (associati cioè nell'Union Française) e quindi assolutamente indipendenti, con il loro esercito e la loro diplomazia: il vincolo che ancora li legava alla Francia er P, almeno da un punto di vista teorico, tanto debole che s'era potuto fare l'ipotesi di un conflitto nelle acque territoriali indocinesi che avrebbe coinvolto la Francia e del quale il Viet-Nam si sarebbe potuto tranquillamente disinteressare. E nella tarda estate del '53 il Congresso dello stesso Viet-Nam avev,afin votato una mozione nella quale si parlava di secessione dall'Union Française: il governo di Parigi si affrettò e negoziare una ritrattazione, ma intanto in un momento di sincerità imprudente gli associati indocinesi ~vevano scoperto le loro più segrete aspirazioni. S~rebbe ingiusto prendere meraviglia e magari scandalo dell'ampiezza delle concessioni fatte a Bao-Dai solo qualche anno dopo l'irriducibilità [107] Bibloteca Gino Bianco

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