Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

sorgere gigantesche opere che hanno modificato financo l'aspetto della natura, quasi ovunque la rete stradale è migliorata, e con essa hanno potuto diffondersi i moderni mezzi di trasporto. Sono mutamenti, però, che non hanno potuto compensare il progressivo declino dell'agricoltura alpina (per non parlare di quella che era l'unica importante attività non agricola della montagna, l'artigianato), i cui motivi sono mille, o sono magari uno solo: l'abisso che l'enorme accrescimento della produttività del lavoro reso possibile dalla rivoluzione industriale ha scavato a poco a poco tra economia del piano, e della città in particolare, ed economia della montagna. Quando ciò sia chia·ro, non costa molto sforzo capire il resto: come cioè il montanaro - appena divenga del tutto conscio di un divario che ormai non è nemmeno più quantitativo, ma qualitativo, tanto il suo standard di vita è anacronistico rispetto a quello ~ impostosi nel resto del Paese - non possa che rifiutare una condizione di esistenza della quale sono venute meno tutte le giustificazioni storiche e psicologiche, e a quel punto scelga la via dell'emigrazione definitiva. Questo, come abbian10 visto, non è affatto pacifico per tutti coloro - e in Piemonte sono ancora molti - che per puro spirito conservatore rimproverano al montanaro di non impegnarsi veramente nello sforzo per avvicinare l'economia alpina a quella del ,piano, e di rendersi cosi il principale responsabile della « degradazione» della montagna. È vero che la meccanizzazione, spinta fin dove sia possibile, la ricomposizione fondiaria razionalmente studiata e attuata, la cooperazione modernamente intesa ed applicata, l'allevamento 4e1 bestiame nei modi in cui viene praticato, ad esempio, in Svizzera, permetterebbero probabilmente una ripresa dell'economia montana capace di attenuare la distanza che la separa dall'economia di •pianura. Ma poi la ripresa dell'economia non sarebbe che un aspetto della trasformazione della montagna; giacchè, senza un contempo--- raneo sforzo, anche questo di gigantesche proporzioni, per portare strade, mezzi di trasporto, edilizia, attrezzature di p-ubblica utilità, servizi sanitari, servizi scolastici, ecc., a un livello analogo a quello in media raggiunto dalle popolazioni nel resto del Paese, seguiterebbe a sussistere quella profonda disparità nelle condizioni di vita che ha reso e rende sempre più insopportabile ai montanari la permanenza nei loro paesi; e continuerebbe quindi l'esodo verso il piano. Senonchè, per tutte queste cose occorrerebbero investimenti ingentis- [90] Bibloteca Gino Bianco

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