Nord e Sud - anno IV - n. 33 - agosto 1957

una percentuale del 27% nel 1952(15 ). A chi estendesse l'analisi oltre il limite dell'età minorile - limite per altro irrilevante, e quindi ingiustificato.per questo aspetto dell'indagine - fino ad abbracciare l'età giovanile, il fe~omeno suddetto apparirebbe ancor piu evidente. Proprio in seguito a queste risultanze, i rappresentanti sindacali dei giovani lavoratori, appr,ofondendo l'indagine dell'Inchiesta Parlamentare tramite l'esame dei dati st1ccessivi(16 ), sono giunti a conoludere che la disoccupazione giovanile, col perdurare del preseRte stato delle cose, tenderà sempre piu ~d aumentare: sia in cifre assolute, sia in cifre percentuali al potenziale della forza di lavoro giovanile, sia in cifre relative al f enomeno della disoccupazione in genere (questo - come abbiamo già osserr vato - mentre tende progressivamente a diminuire la partecipazione gioV1anilealle forze di lavoro); e su ciò quei rappresentanti sindacali hanno richiamato l'attenzione dell'opinione pub'blica e degli organi competenti ( 17 ). È alla luce di queste previsioni che va anche considerata la recente Relazione generale del Ministro del Bilancio sulla situazione economica del Paese per l',anno 1956: il relativo aumento della percentuale di disoccupati rispetto al 1955 è, s1,dovuto alla mancata attuazione del Piano Vanoni, che prevedeva la creazione di 400.000nuove occasioni di lavoro ogni anno; ma in specie riflette il mancato assorbimento delle nuove leve giovanili. 6. - La situazione del lavoro minorile che abbiamo descritto non è che la fase attuale di un lungo processo, seguendo il quale si giunge ad illuminare le condizioni ed i fattori che di quel processo tuttora determi- ( 15 ) Cfr. Atti della Comm1:ssione..., Vol. IV, Tomo 5 - L'Utilizzazione delle forze rninorili in Italia, cit., cap. II, p. 182. ( 16 ) Cfr. Bollettino di Studi e Informazioni dell'Unione Italiana del Lavoro, 1954, n. 7, << La disoccupazione giovanile in Italia», a cura della Commissione Giovanile Nazionale Consultiva. Riferendosi al 1953, e calcolando le percentuali di avviati al lavoro sugli iscflitti alle liste di collocamento, mentre i lavoratori al di sopra dei 21 anni offrono una percentuale del 27 % sugli iscritti alle rispettive classi di età, la medesima percentuale scende al 14 % per i giovani al disotto dei 21. • ( 17 ) Chiariamo qui una circostanza che indubbiamente incide sul fenomeno della disoccupazione giovanile: nel nostro sistema sindacale per éategorie, le Commissioni Giovanili delle Unioni Sindacali hanno funzioni puramente consultive. In ·effetti, i Sindacati tendono in genere a tutelare i lavoratori già organ•izzati: e quindi in prevalenza quelli più anziani. [69] Bibloteca Gino Bianco '

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