guenza della constatata caducità di una scelta politica? Vi sono due modi di rispondere a queste domande: il primo, che consiste nel lasciarsi irretire nella dubbia ricerca delle responsabilità e degli errori, e che comunque, pel fatto stesso di voler analizzare un processo tuttora in corso, non è molto concllldente. Il secondo, i11vece, più opportu110 a nostro giudizio, che consiste nel controllare se le valutazioni che si sono fatte aicuni anni fa sono valide a11cora oggi, se i mutamenti intervenuti negli ultimi anni hanno alterato profondamente dette valutazioni e se le soluzioni che allora parevano le migliori hanno conservato tale carattere. I fini che ci si era proposti di raggiungere tra il '47 ed il '49, i giudizi che si sono dati allora e dopo, sono stati superati? A questo è necessario rispondere con precisione e senza partito preso. . La scelta centrista era fondata su una certa valutazione delle forze politiche italiane e della priorità dei problemi che si dovevar10 risolvere. Questi ultimi soprattutto erano n1acroscopici e tali da non consentire esitazioni: la ricostruzione economica avviata dopo vent'anni di sciagurata politica autarchica e cinque anni di distruzioni belliche doveva avvenire in modo da non ristabilire quella separazione del paese che aveva reso precaria la vita dell'Italia prefascista. La questione meridionale, cioè, si riproponeva più urgente che mai, soprattutto agli occhi dei meridionalisti; e si riproponeva in tern1ini affatto nuovi. Le leggi agrarie che dovevano spezzare l'immobilità del Mezzogiorno e portarne le zone depresse ad un livello più alto non erano sufficienti a tanto. Occorreva accompagnarle con una politica di sviluppo più ampia e più organica, che comprendesse la redistribuzione della proprietà fondiaria e ne facesse non un fine ma uno strumento di evoluzione politica economica e sociale. E del pari era necessario 1)orre mente che i due settori dell'economia italiana, quella poverissima e quella avanzata, non si localizzavano solo geograficamente nel Sud e nel Nord, che a questa localizzazione regionale se ne aggiungeva un'altra concernente determinati ceti e che in conseguenza la politica di sviluppo doveva essere concepita in modo omogeneo, per tutto il paese e non per certe regioni soltanto. La coscienza di questi problemi e di queste impostazioni, nelle loro diverse articolazioni, è venuta maturando appunto in questi ultimi otto anni, arriccl1endosi via via, a misura che questo o quel punto veniva realizzato e che se ne potevano intravvedere perciò sicuramente nel concreto i benefici e le inst1fficienze. Era evidente, però, che una siffatta politica avrebbe avuto contro tutte le forze interessate alla più gretta conservazione: da quelle che vedevano addensarsi all'orizzonte rivoluzioni apocalittiche a quelle che confondevano il loro interesse particolare con il bene del paese. E ciò fu più evidente mano a mano che trascorrevano gli anni e che i problemi passavano dalla fase della valutazione a quella della soluzione. Le forze di destra sono state a lungo indecise tra il '49 ed oggi: rifugiatesi nella D.C. al momento della [38] BiblotecaGino Bianco
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