Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

come elemento discriminatorio tra servi e padroni, poveri e ricchi: mentre, a nostro parere, la differenza è quasi sempre tra ragazzi ragionevoli e ragazzi illusi; anzi tra genitori ragionevoli e genitori illusi. Comunque, l'unicità assoluta presuppone o che i ragazzi siano tutti eguali di capacità e d'intelligenza o che la scuola li debba rendere tali. Come s,pesso avviene, anche in questo caso, le affermazioni di rigida eguaglianza - che non prendono in esame la diversità delle attitud1ni più ancora che quelle di merito - minacciano il criterio della giustizia distributiva, nonchè della distribuzione del lavoro in senso qualitativo, sulle quali, in ·definitiva, si basa la pubblica utilità. Chi so,stiene l'unicità della fase media si richiama di solito alla unicità della scuo1a elementare. Jvia l'analogia porta fuori carreggiata: la scuola elementare infatti mira a rendere i bambini padroni dei mezzi elementari del pensiero e dell'espressione: della comunicazione con i loro simili; ciò giustifica la sua unicità. Ma per questo 5 anni bastano: ogni scuola successiva deve avere scopi e quindi criteri diversi. Prolungare l'insegnamento elementare per altri 3 anni con gli stessi criteri, 'le stesse materie, gli stessi libri e persino gli stessi maestri, come pare si proponga il Ministro Rossi, significa soltanto annacquarlo di buone intenzioni. Analo·gamente, dare al corso medio o,b,bligatorio ttn solo indirizzo specifico (ad es. classico, o scientifico o di lavoro manuale) significa restare prigio,nieri delle stesse .difficoltà. A bene considerare le cose, il danno maggiore l'unicità de'lla scuola triennale, specialmente se umanistica, lo fareb,be p1 roprio ai membri delle famiglie disagiate, operaie e contadine, per il bene dei quali essa è stata progettata. Costoro infatti sarebbero costretti ad impiegare altri tre anni della loro vita, senza imparare un mestiere, senza ·ottenere una qualifica di lavoro che li im1netta decorosamente nella vita del paese o permetta loro di emigrare. Per evitare che una scuola media veramente unica diventi un'inutile diluizione dell'ultima classe elementare o - 1 peggio - un letto di Procuste; e per rispettare nel contempo il criterio •dell'eguaglianza dei cittadini occorrono, a nostro giudizio, due cose: I) Che la scuola media unica sia di· tipo multiplo differenziato, sì che ogni alunno possa veder squadernati avanti a sè i campi della conoscenza e del lavoro, e possa scoprire quali di questi destano il suo interesse. 2) Che nel co,ntempo si dia ai ragazzi veramente capaci la possibi'lità di continuare gli studi per i quali s'è svegliato in loro l'intere~e, al di fuori di ogni considerazione estrinseca, da parte loro o dei loro genitori: cioè, qualunque sia la loro co,ndizione economica, il luogo dove la famiglia abita, e i '!iteri di essao Ciò si può ottenere istituen·do convitti statali a concorso, collegati a ~•cuolevarie, sul tipo (fatte le dovute pro,porzioni), deila Scuola Normale di Pisa; nei quali i migliori ragazzi italiani possano avvantaggiarsi in ogni m<r [54] Bibloteca Gino Bianco

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