tre perseguitano il repertorio moderno che, in tutti i Paesi veramente liberi e democraticì, si rapp,res.enta senza diffico1 ltà. Si teme la satira. Si rende insipido lo spettacolo. La cens,ura ha orrore •del nu,do, quin,di non fa campare lo spettacolo di rivista nemmeno con quello; aborre i testi piccanti alla francese, e, dunque, strangola il teatro anche da questa parte. Il teatro e la RAI sono govern.ate come recite parrocchiali. Per il repertorio si discute se si debba sostenere il genere nobile o se convenga cedere al gusto del pubblico per cc aiutare la barca». C'è chi deplora che il teatro vada contro corrente per ragioni intellettuali, snobistiche. Altri pretendono ndbilitarlo per giustificare l'indispensa,bile maggior flusso di sovvenzioni. I più ripeto,no che per riso'lvere i problemi ·dell'lartindustria bisogna ben contentare chi acquista i posti. Il pubblico desiderereb•be conos,cere anzitutto le opere vietate dalla censura, meglio che subire le commedie italiane sovvenzionate dall'Idi o quelle di propagan·da cattolica. Le compagnie con le commedie italiane sovvenzionate ci rimettono. L'Istituto Italiano del Dramma paga dalle 300.000 alle 700.000 lire di sovvenzione ai complessi che realizzino un lavoro italiano. Gli amministratori non vedono mai un incasso discreto nei giorni nei quali sono obbligati a recitare queste commedie, che pure costano venti giorni di prove. In dieci recite la compagnia spende due milioni e mezzo contro le 700.000 di sovvenzione e 30.000 presunte di incassi giornalieri (la terza parte di ottimistiche lire 100.000 lorde). In sostanza il capocomico rimette un milione e mezzo per ogni commedia italiana, e ci rimette le prove contro 700.000 lire di sovvenzione. l\1a se le compagnie non rappresentano la metà dei lavori italiani 1110nhanno diritto alla sovvenzione; e pur se questa fosse considerevole (non già proporzionata a miseri incassi) essa non verrebbe che a turare le falle prodotte dal repertorio italiano per scarsità di dote. Secondo gli autori italiani i « repertori male scelti » sono le commedie straniere che~ a volte, risultano scadenti quanto mo,lti lavori nazionali. Ma assai spesso, invece, le opere straniere costituiscono « il colpo », non ottenibile con la commedia italiana. Diminuiti i lavori forestieri, il teatro an-drebbe ancor più in malora. In ogni Paese, anche a Parigi, il teatro si regge con le opere straniere. In Itralia chiunque può importare commedie dall'estero. Qualcuno vorrebbe istituire il monopolio della importazione in favore degli autori italiani, a risarcimento dei loro scarsi successi. Ma la progettata riforma vuol essere una camorra di pochi cc autori qualificati » (?) che sarebbero gli unici riconosciuti in diritto di tradurre e adattare (?) i successi stranieri. - Nell'attuale liberismo gli autori italiani possono già importare commedie straniere adattandole: si tratta so,lo di arrischiare forti caparre. Essi sono padroni di fare ogni speculazione sin d'ora. Io non ho mai chiesto commedie [SO] Bibloteca Gino Bianco ..
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==