Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

rnissionario con personalità di pari levatura e che la sostituzione con un n1eno autorevole esponente del P.S.1. avrebbe prestato il fianco ad interpretazion~ non diverse da quelle alle quali possono dar luogo le dimissioni senza alcuna sostituzione. Ma sarebbe facile controbbattere che, nella direzione dèlla rivista, che era e voleva passare come espressione ufficiale del frontismo e della sua articolazione politica nel Mezzogiorno (il « Movimento per la Rinascita»), una presenza socialista era di tale importanza, volendo proseguire in quella politica, da consentire una sostituzione del De Martino a qualunque livello la si fosse dovuta attuare o, in ultima analisi, la permanenza della sua firma anche senza una effettiva prosecuzione negli impe .. gni redazionali, del resto piuttosto relativi. Siamo, dunque, ad um. svolta nella politica meridionale del P.S.I. ? Per rispondere a questa domanda sarà utile almeno compiere una sommaria disamina degli atteggiamenti assunti prima e durante il recente congresso veneziano da p1arte dei socialisti meridionali ( 1 ). Come è noto, il congresso è stato preceduto e preparato da un dibattito sulla relazione direzionale e su un progetto di dichiarazione progra1nmatica. L'una e l'altro, ma specialmente la prima, erano viziati dall'essere frutto di una maggioranza fondata, come poi si è visto a Venezia, su una equivoca unanimità. In relazione ai problemi meridionali, i due documenti / rilevavano _lapermanenza di un accentuato squilibrio di sviluppo economico e sociale fra l'Italia del Nord e quella del Sud, malgrado gli sforzi compiuti nel dopoguerra; r1 avvisando in esso << un fattore determinante dellJ ristrettezza del mercato interno e... perciò un limite oggettivo alla espansione ulteriore della nostra economia » ; insomma << uno dei problemi fondamentali della nostra società, dalla cui soluzione dipende la realizzazione di un'effettiv~ unità nazionale>>. La causa di questo squilibrio veniva in• dicata « nell'insufficiente livello degli investimenti produttivi e nella conseguente bassa produttività del lavoro»; il rimedio in un'azione di politica ~ economica volta ad ottenere un aume~to degli investimenti più rapido nel Mezzogiorno che nel resto del paese, così da garantire un'effettiva industrializzazione di esso. Messo ~ confronto con quanto era contenuto in ( 1 ) Le citazioni che riportiamo, da qui in avanti, sono tratte dalla collezione del1' Avanti!, nei numeri di Dicembre 1956 e Gennaio-Febbraio 1957. [25] Bibloteca Gino Bianc,o

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