Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

tose procurate allo statista da quella serie di campagne calunniose, veramente inconcepibili di cui dicevamo più sù (vedi nelle pagine 408-412 del capitolo XVI). Le pagine che descrivono il tormento d'un uomo che sentiva mancare le forze Lu1c1 FossATI: Qui Budapest, Einaudi, 1957, pp. 156 - L. 600. L'importanza critica ed ideale del libro di Fossati, apparso con bella, coraggiosa tempestività proprio alla vigilia del congresso socialista di Venezia, sta precisamente, secondo l'incisiva definizione che Pietro Nenni offre nella sua stringata premessa, nel suo valore di << testimonianza di un socialista». E questa testimonianza, aggiungiamo noi, assume una profondità sconvolgente ed una drammatica intensità dalla constatazione, per un socialista particolarmente angosciosa, che la rivoluzione ungherese è sorta, salvi restando ed indiscussi ed acquisiti i princìpi di trasformazione sociale e strutturale del paese, proprio contro quegli atteggiamenti politici che di questa trasformazione sembravano fino a ieri gli indispensabili co- . rollari, e cioè il partito unico dei lavoratori, il centralismo democratico e così via. Il tentativo di lmre Nagy, a parer nostro, si risolve nella repressione sovietica proprio perchè cerca vanamente di sovrapporre una soluzione positiva a freddo, una meccanica ricostituzione della dialettica pluripartitica, una rievocazione precipitosa del neutralismo socialista, sul moed egualmente lottava, disperatamente il1udendosi di poter vedere almeno realizzato il grande sogno della Comunità Europea di Difesa, pel quale tanti sforzi con fiduciosa speranza aveva compiuti, sono tra le più efficaci del libro. R. P. C. mento naturalmente negativo della protesta popolare. N agy cerca cioè di ricomporre l'atmosfera di fronte nazionale del dicembre 1944, un'atmosfera di ricostruzione patriottica e nazionale, mentre le ..__massemirano per ora esclusivamente ad abbattere, ad eliminare, a distruggere. Tra l'azione di Nagy, ancorchè invocato a gran voce alla testa del governo, e l'opera dei rivoluzionari, si osserva un costante inevitabile e naturale squilibrio, una continua e mai sanata mancanza di rispondenza. I rivoluzionari combattono principalmente contro Geroe, contro l'intervento sovietico e contro la polizia segreta: essi cioè individuano il nemico da colpire nella linea stalinista di potenza e di accentramento che aveva avuto in Matda Rakosi l'esponente e l'interprete. Senonchè, venuti successivamente meno tutti quegli ostacoli, gli insorti continuano a combattere, o almeno a procedere per conto loro, senza solidarizzare fattivamente eprontamente con quel governo che essi avevano auspicato nelle prime ore dell'insurrezione, e che resta ora sprovvisto di autorità e senza la capacità del benchè minimo controllo del paese. In sostanza,. Nagy non è la soluzione, ma l'etichetta del moto popolare: quest'ultimo non è [121] Bibloteca Gino Bianco

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