Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

citamente presentare un'opera incompleta (non sono, ad esempio, trattate le arti figurative) piuttosto che raffazzonata o riassuntiva. Più importante è che egli rivendichi a sè la libertà di scegliere una posizione, in questo caso, tra il << rosso » e il << nero ». Scegliere uno di essi sarebbe contrario al suo concetto dei compiti di un intellettuale: << Tutta la nostra simpatia va alle forze che, al di là della grande alternativa, combattono per la libertà. spirituale ed il progresso sociale >>. L'Autore del libretto esprimeva in un colloquio il timore che un Italiano non vi avrebbe trovato niente di nuovo. E certo il libro potrebbe esser scritto da un Italiano, tanto è vicino ed immedesimato nelle vicende del nostro Paese negli ultimi anni. Vicende che l'Autore conosce per un soggiorno di più anni in Italia, la cui scoperta (iniziatasi nella letteratura, ma conclusasi nella poli tica) fu per lui << nuovo processo di formazione spirituale ». Lo spirito della nuova Italia (della cui esiguità quantitativa egli è ben cosciente) s'incarna per lui nel << piccolo gruppo dei partiti borghesi di sinistra e degli ' apolidi ' politici che gravitano intorno a loro », in particolare nel Ponte, di cui è stato occasionale collaboratore, e nella brillante personalità di Piero Calamandrei, il cui libro Elogio dei Giudi.ci egli ha ora tradotto in tedesco. Non !?-uova per italiani si presenta quest'opera in quanto è facile, nè !'~Autore lo nasconde, trovarvi l'impronta dei Die• ci anno dopo di Calamandrei ecc., specialmente per la parte riguardante la politica e l'economia. Le sue considerazioni sui valori positivi del comunismo in Italia · sorprenderanno i lettori tedeschi, abituati, come gli 1\n1ericani, a concepire i comunisti come una forza negativa, misteriosa, e, in fondo, quasi di un altro mondo. Il libro è, dall'inizio alla fine, scritto in visione della Resistenza: << L'Italia odierna è nata spiritualmente e politicamente dalla Resistenza». Questa non è una verità lapalissiana neanche in Italia, e tanto n1eno all'estero: come H:erbert Liithy ha il merito di aver ricordato questo fattore essenziale nella storia della nuova Francia, così bisogna esser grati allo Hinterhauser di avergli dedicato il suo• libro, specialmente in Germania, dove, malgrado i successi del nostro film neorealista (successi relativi: << Paisà >> è abbondantemente tagliato, << Roma città aperta » non può essere rappresentato)~ niente si sa di tutto ciò. Valga ad esempio la summenzionata, pur intelligente ed elegante opera di Schmitz van Vorst,. dove nelle poche pagine sulla guerra e sul dopoguerra la parola Resistenza neanche compare, e dove l'Autore vede una continua polarità, fruttuosa per ambo le parti, tra Romani e Germani, Papa e Impero, la cui continuazione sarebbe nell' odierno dissidio « rosso-nero » (di una << terza forza» egli non sa nulla), illun1inato dalla figura sintetica (romano-germanica) di De Gasperi. Il dissidio viene posto in ben altra luce dall'Hinterhauser, il quale sostiene che unici << ghibellini » sono non i comunisti, bensì gli intellettuali della << terza forza », di cui però de-- plora al tempo stesso l'atomismo e l'isolamento. Tra questi << ghibellini » è certo il Nostro, che si getta decisamente nella polemica per la scuola, con tutti i suoi pro- [114] Bibloteca Gino Bianco

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