sentire nel settore degli alloggi: si è parlato di accaparramento degli aIJ loggi popolari da parte. di gruppi di immigrati meridion~li. Casi di- que-· sto genere vanno certamente colpiti, in quanto importano palesi ingiustizie non tra settentrionali e meridionali, ma tra cittadini aventi gli stessi diritti. Il nostro Comune aveva calcolato due anni fa che il costo di impianto per ciascuna persona che si aggiunge alla città si aggira su 1.050.000 lire. Un'alta aliquota di questa cifra comprende il costo delle àbitazioni popolarissime che il Comune deve allestire: per la sola sistemazione delle casermette di San Paolo, occupate da immigrati, il Comune ha speso 20.000.000. La presenza di molti immigrati a Torino impon~ al Comune dei pesanti oneri per quanto riguarda l'edilizia popolare: oneri che potrebbero però essere eliminati in parte se a Torino il fondo sovvenzioni statali in favore delle costruzioni edilizie fosse più cospicuo di quello che è. In altre parole Torino ha u11aduplice esigenza da far valere: quella di un'integrazione di bilancio per quanto riguarda l'edilizia popolarissima e di una più alta percentuale del fondo sovvenzioni per l'edilizia sopra ricordato. È noto infatti (lo ha documentato un recente studio di A. Conigliaro) che mentre le sovvenzioni statali in favore delle costruzioni edilizie l1anno acquistato in questo dopoguerra un'ampiezza senza precedenti, se si guarda alla distribuzione territoriale dei contrìb11ti e dei finanziamenti, sj vedrà che la capitale si fa la parte del leone. . « In otto esercizi ( dal 1948-1949 al 1955-1956) », scrive Conigliaro, « sono stati concessi all'edilizia sovvenzionata finanziamenti per 465 miliardi e 572 milioni; e contributi per 16 miliardi e 797 milioni. La maggjor parte di questi aiuti e a·ndata a favore delle cooperative edilizie, che sono spesso il campo di manovra e più spesso.il fronte di copertura degli speculatori: gli. istituti per le Case Popolari sia nei finanziamenti che nei contributi, seguono a grande distanza le cooperative. E, naturalmente, sono le cooperative romane che si fanno la parte più grossa all'interno del recinto chiuso delle cooperative. « Al 31 dicembre 1955 le costruzioni edilizie eseguite negli ultimi due anni, o ancora in corso, erano calcolate in una cifra totale di 315 mila vani, per un valore .complessivo di 161 miliardi e 349 milioni di lire. ·Su queste cifre, le cooperative di tutta Italia figurano con 124 mila vani e 82 [83] Bibloteca· Gino Bianco
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