Nord e Sud - anno IV - n. 29 - aprile 1957

possa migliorarsi fino a sentir pudore, un giorno, del suo noviziato di oggi nella pubblicistica e nella cultura politica. E ancora il tempo si incaricherà di far giustizia della formula di cc associazione generale degli studenti » (o, più propriamente, organismo studentesco di massa) che è il nucleo della sua tesi, mostrando i mediocri compromessi che sono alla base della sua fortuna politica, e il singolare equivoco di quei giovani democratici dei nostri giorni, il cui più elevato concetto del socialismo unificato sembra essere quello di cosa che richieda da loro il tributo di un conformismo intellettuale da cui altra volta sembravano esenti, e di servigi ai qual.i si sarebbero rifiutati allora con indignazione. La critica / di quella formula è stata già svolta in « Gli stitdenti socialisti tra Gramsci ·e Prampolini »., e la polemica relativa si concluderà prossimamente, sempre su « Mondo operaio » con « La via del socialismo all'italiana »: Chiarugi non fa che aggiungervi, se mai ve ne fosse bisogno, un ulteriore elemento documentario. Di che discutere? È solo da ricordare a lui e ai suoi amici politici, non senza qualche parte di malinconia, che la responsabilità e l'onore di una critica coraggiosa e pubblica di certi vizi del socialismo italiano spettavano proprio e in prima linea ad essi, che in quel movimento hanno scelto di confluire: non tanto in segno di fedeltà alle ragioni del loro passato democratico, quanto a concretezza del proposito di aderirvi con propria personalità politica, con un impegno di ammodernamento e di impulso n-uovo. La troppo sottile e temporeggiatrice prudenza, invece, i calcolati silenzii, lo sconcertante divario tra manifestazioni pubbliche e private di pensiero cl1e accompagnano la loro « marcia di avvicinamento », lasciano supporre un vuoto di a•ppassionamento politico, di energia morale e mentale. Mediocre epilogo, sia consentito di notarlo, per militanti di un raggruppamento, che ha nella sua tradizione « Socialismo liberale» di Carlo Rosselli. I Ma, come che si concludano queste personali avventure, vi è una cosa che è lecito contestare ad essi: il diritto di sacrificare all'unificazione socialista, perchè non appartiene loro, ed è la forza e l'originalità democratica dell'Unione Goliardica Italiana. Che quella inaugurata all'inizio del 1956 con i convegni studenteschi di UP e del PSI, e con le confluenze che così si provocarono, fosse una -politica di scissione e di sconfitta, è dimostrato oggi purtroppo dalle condizioni associative ed elettorali degli Atenei in cui essa ha potuto avere diretta ripercussione, e dalla netta minoranza goliardica che ne risulta in vista del prossimo congresso nazionale universitario. L'unità ideale e lo slancio democratico dell'UGI hanno per condizione cl1e essa non venga meno alla sua vocazione e alle sue responsabilità liberali: le equivoche suggestioni delle formule sociologico-politiche dì categoria, e le sottili com• [119] Biti' teca Gino Bianco

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