Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

cultura, l'unica valida, al di fuori della quale non vi sareobe che cultura borghese e reazionaria. Nè questa enfatica ed arbitraria identificazione di cultura e marxismo potrebbe esser superata col ricorso al concetto di cultura di sinistra, inesistente come dato unitario (un fumoso convegno su « La sinistra e lo Stato », svoltosi recentemente a Milano, ce lo ha confermato con la imprecisione dei suoi risultati); e, d'altra ,parte, la po6Sibilità di una convergenza di forze. diverse avviene oggi su motivi sostanzialmente radicali e non socialisti. . In verità, un impegno del P.S.I., che investa i problemi culturali e a un tempo ne eviti le contaminazioni, va ricercato in quella battaglia che vuol garantire a ciascuno libere condizioni di ricerca, escludendo ogni voìontà « egemonica » di una cultura sull'altra e rendendo vano o contraddittorio ·ogni proposito di « istituzionalizzare il rapporto cultura-politica». La proposta di « istituzionalizzare il rapporto cultura-politica » è stata infatti l'indicazione conclusiva 1 de'l Convegno romano: proposta per nulla · illuminata dal dibattito, fitto di interventi marginali e di discorsi ideologici pretenziosi o fuori luogo, nel corso del quale parve sufficiente prestare un ovvio, quanto esterno consenso alle critiche sull'impostazione avanzate da partecipanti socialisti e non socialisti. Come è stata prospettata, la nuova azione culturale del P.S.I. dovrebbe immediatamente rivolgersi verso gli istituti già esistenti ed i gruppi spontaneamente formatisi, anticipatori delle direttive emerse dal Convegno: in altre parole, il P.S.I. gara11tisce il suo appoggio a quelle riviste che hanno ela·borato le tesi «istituzionalis~jche ». E questo potrebbe essere il modo, non paradossale, per superare i vizi individuati in quelle tesi, a condizione eh.e la dignità dei contributi pubblicati riduca a fatto secon-dario la pericolosa tendenza di alcuni collaboratori a confondere gli istituti del diritto pubblico con le funzioni di una rivista (esemplare, in questo senso, il ricordato regolamento redazionale di Opinione, riassumibile nel'la formula « nessuna collaborazione senza diritto di voto »). I peccati di improvvisazione e di facilità, che abbiamo rilevato all'inizio, ci indicano che la realtà è ancora diversa. Troppo spesso quelle riviste non sono che la testimonianza interessante d'una vicenda di alcuni intellettuali, a·bbastanza vigili contro 'la sterilità dell'eresia, ma incerti sui doveri di una politica ohe non sia di fiancheggiamento, inclini a ritrovare le ragioni della cultura e lo scioglimento dei loro dubbi piuttosto nella novità delle forme. E che un giovane studioso di filosofia antica sia stato telefonicamente invitato a coltivare in forme « collettive » lo studio dei frammenti di Aristippo, è certamente uno dei risultati meno felici del Convegno che ha, d'altra parte, fornito una certa indicazione sulla chiarezza d'idee di quell' « apparato » socialista che poi si è fatto valere a Venezia. STEFANO RoooTÀ [87] . Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==