tivamente limitati. Il fatto che, la distanza di dieci anni dalla sua ricomparsa, esso sia riuscito a conseguire (lottando gomito a gomito con Epoca) il terzo posto tra i settimanali di attualità come tiratura e coine vendita, dopo La Domenica del Corriere e l'Oggi, non incoraggia certamente ad apportare modifiche al suo stile ed alla sua «formula»; anche là dove essi si ispirano a criteri che possono sembrare superati. Al paragone di settimanali che distillano da ogni rig,a una precisa visione politica - come L'Europeo e come, sia pure nella maniera particolare che s'è vista, Oggi - Tenipo sembra interessarsi alla politica in un senso molto singolare, e· diremo anche qui, antologico. E' questo il settore in cui il gusto della compilazione a mosaico mostra più chiaramente i suoi inconvenienti. Si potrebbero individuare, in defìnitivà, nelle pagine di Tempo _. quattro o cinque tipi di impostazione politica, coesistenti l'uno a fianco dell'altro, giustapposti ma non fusi in un quals~asi criterio d'insieme. Nella rubrica di politica interna, Enrico Mattei reca i riflessi del più accurato co11ofrmismo governativo, filodemocristiano e di centro-destra; in quella di politica estera prima Roberto Cantalupo (ex-amb,asciatore del regime a Madrid), poi Emanuele Grazzi (ex ministro fascista d'Italia ad Atene) cercano a fatica - e spesso senza molto successo - di adeguarsi ,ai tempi nuovi; in altre pagine il Maresciallo Messe sfoggia le sue interpretazionj militari della seconda guerra mondiale e lancia appelli per certe ,1.ssociazioni combattentistiche sospette di neofascismo; il << Battibecco>>di Malaparte - una sorta di hors d'oeuvre ad uso degli amatori dello choc - è esso stesso un'antologia delle posizioni politiche le più disp.arate e perfino le più compromettenti (93 ); correttamente democratiche appaiono le non ( 93 ) Malaparte diede inizio alla sua collaborazione a Tempo nel gennaio del 1949 con una fantasiosa ricostruzione avveniristica della terza guerra mondiale intitolata « Storia di domani », che egli immaginava di comporre in una cella del carcere Regina Coeli dove era stato chiuso insieme a De Gasperi dall'esercito sovietico invasore. La fantastica storia era corredata da illustrazioni: in una si vedeva Pio XII alle prese con le « orde moscovite ». La rubrica << Battibecco » dura dal giugno del 1953. Ad una costante polemica antiburocratica ( « il cancro che paralizza la Nazione italiana è lo Stato ..; ») e alla difesa preconcetta di tutto quanto è toscano si giustappongono, nelle due colonne di << Battibecco », vari spunti di critica contro la D. C., alla quale si muove il rimprovero di voler << imporre agli italiani una morale bigotta [41] Biblioteca Gino Bianco
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