dato ai tempi eroici, la « normale amministrazione » dei pensieri e dei sentimenti che si preannunzia: << L,a guerra che gli italiani hanno combattuto apertamente dopo 1'8 settembre deve essere considerata come guerra civile, cui, per alcune coincidenze, s'incrociò un'altra guerra, più vasta, dj interessi più estesi, legata alla storia del mondo, ma purtroppo per alcuni versi estranea a quella combattuta internamente dal popolo italiano. Che ne pensa il cittadino comune? Se ne irrita, se ne annoia. La grande passione che lo condusse a parteggiare con rischio tra il '40 e il '45 svanisce; e quasi gli nasce nell'animo il desiderio di un padrone: la dittatura gli sembr,a avere la dote della semplicità. I fantasmi nobili e lusin,ghieri svaniscono: i fa·ntasmi del coraggio, dell'o11està,dell'onore, della giustizia>> (64 ). Tra i fascisti momentaneamente pavidi (ma per quanto ancora?), gli antifascisti generosamente illusi, e il grosso della ,borghesia soltanto molto confusa e molto curiosa, il primo Europ·eo rinverdì e riformò un genere giornalistico, raccolse intorn·o a sè i maggiori nomi nel campo della stampa , e della letteratura, mandò inviati all'estero, si interessò Pi fatti piccoli e grandi della vita italiana, divise e graduò i suoi interessi tra la politica, la cronaca ed il costume in modo da poter entrare ~ ogni f,amiglia. Specie per quanto si riferisce alla trasmissione di notizie e corrispondenze, soprattutto dall'estero, il settimanale si trovò, nei primi tempi, a dover superare gravissimi osta-coli: le telescriventi erano ferme, telefonare era spesso difficile, la posta internazionale funzionava senza regolarità. Ancora nel novembre . del '46, quando Gorresio si recò a Belgrado, per conto dell'Europeo, per fare un servizio intorno alla famosa visita di Togliatti a Tito, i metodi di trasmissione erano rudimentali, e l'articolo arrivò a Milano, per posta, con molto ritardo sull'avvenimento. Tuttavia, a dieci giorni circa dal ritorno del leader comunista in Italia, L'Europeo giunse primo, tra i giornali del1' epoca, nel fornire una corrispondenza circostanziata sui risultati del viaggio. I quotidani non ne avevano fatto ancora che qualche svago cenno! L'Europeo non er~ una settimanale come siamo abituati a vederne oggi; con il suo grande formato, le sue colonne sottili, i suoi lunghi articoli di fondo, le sue ricche fotocronache in ultima pagina, era il settimanale di un'epoca in cui i quotidiani uscivano in formato ridotto, ed in cui c'era ancora tutta una realtà, contr,addittoria e dolente, da documentare più e ( 64 ) Da un editoriale a firma Arrigo Benedetti, nel nu·mero dell'l 1 novem·bre '45. [22] Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==