Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

, • << stagionali >>), che si prevede passeranno a 128 mila nel 1957, e che potrebbero ammontare a ben 360 mila nel 1960, quando cioè il Mercato Comune consentirà maggiori aperture su un mercato in cui la domanda sarebbe ulteriormente salita. È da ritenere quindi che supereremo considerevolmente, nei prossimi anni, anche indipendentemente dal Mercato Comune, il livello medio previsto per la nostra emigrazione dal Piano Vanoni (80.000 unità all'an110, tra emigrazione transalpina e transoceanica) .. Tutte queste cifre stanno a dimostrare che, a partire dal 1954, si è fatta sentire in Europa una notevole carenza di mano d'opera; e che quasi tutti i paesi hanno vinto la battaglia della piena occu,pazione, anche quelli che, come la Germania, hanno dovuto assorbire quelle eccedenze demografiche che si erano verificate in seguito all'afflusso dei profughi. Da questa realtà del mercato europeo del lavoro ha preso le mqsse l'ultimo rapporto del Comitato della mano d'opera all'OECE; e ha poi insistito a lungo s·ullenote difficoltà <li far concordare la domanda di mano d'opera dei paesi a piena o ad alta occupazione con l'offerta dei paesi di disoccupa... zione: poichè quella domanda tenderebbe ad assicurare ai paesi d-'immigrazione una mano d'opera qualificata, mentre l'offerta dei paesi d'emi- , . grazione consisterebbe in contingenti di mano d'opera non qualificata. Quale punto d'incontro può essere trovato far la domanda europea e la l offerta italiana, le quali sem'brano tanto più difformi in quanto anche all'interno del nostro paese si avverte come altrove una certa tensione della domanda di mano d'opera qualificata, ad onta dell'ancora forte disocct1~ pazione strutturale ? ' Con un grande sforzo nel settore dell'educazione noi potremo e dovremo soddisfare alle esigenze della nostra domanda interna di ma110 d'opera qualificata; ma certo non potremo provvedere a soddisfare da· soli le esigenze complessive e differenziate della domanda europea, e magari extraeuropea, a meno che non aderissimo alla tesi unilaterale dell'onorevole Cotbin.o, che cioè non si dà nessuna possibilità di industrializzazione nel Mezzogiorno e quindi si devono concentrare tutti i mezzi disponibili al fine di qualificare le correnti migratorie più am.pie possibili. A questa tesi non possiamo accedere, come non possiamo accedere all'altra, non meno unilaterale, che denuncia l'emigrazione come causa primaria di un progressivo deterioramento della << Comunità nazionale>>. Non possiamo accedere a queste tesi perchè crediamo a una funzione complementare dell'emigra- [13] iblioteca Gino Bianco

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