cazione avrà un effetto determinante nel successivo sviluppo della città. Nè il rischio di interventi errati è, anche qui, solo ipotetico: a Firenze l'area scelta dai quattro enti è esattamente dalla parte op- . posta della direzione di sviluppo della città. C'è da chiedersi se gli accorgimenti nella scelt_adei tecnici, attuati dall'IN A e analizzati dal Bonelli, saranno sufficienti L'attuazione dei piani regolatori comunali, Atti del V convegno nazionale dell'INU, Milano, 1956, pp. 398. Nell'autunno del 1955 si svolse a Fi .. renze il quinto convegno nazionale dell'INU, che ebbe per tema l'attuazione dei piani regolatori. Le relazioni e le comunicazioni allora presentate - ed ora raccolte in volume - si soffermarono so-- prattutto su tre problemi, fra i molti che- . pure sono connessi alla pianificazione comunale, e cioè sul problema dei rapporti tra urbanistica e architettura, sul problema o, meglio, sul gruppo di problemi relativi ai piani particolareggiati e infine sul problema delle aree edificabili. Ai rapporti esistenti tra urbanistica e architettura è dato guardare in due modi diversi. Vi è un modo filosofico, che interessa la metodologia della storiografia architettonica ed urbanistica, ed è modo assai importante e fecondo di risultati, come hanno mostrato in questi anni con i loro studi i nostri critici e storici migliori, dal Pane al Ragghianti e allo Zevi; e vi è un modo pratico e tecnico, che consiste nell'analizzare i rapporti effettivamente esistenti oggi, in Italia e con l'attuale legislazione, tra gli urbanisti che a impedire errori e a porre riparo all'assenza di ogni controllo sull'operato degli enti. La risposta di Bruno Zevi, che ha trattato la questione in diversi editoriali della sua .rivista, è stata negativa e anche gli stessi autori delle relazioni sembran0 inclini a rispondere negativamente. C'è da augurarsi che venga una risposta positiva dai fatti. redigono i piani regolatori e gli architetti che son chiamati ad attuarli. Il convegno, I sia pure con qualche oscillazione, si è attenuto a questo secondo modo, con risultati di notevole interesse. In proposito si sono delineati due atteggiamenti contrastanti. Alcuni valenti architetti, in gran parte milanesi, che avevano già manifestato la loro opinione al congresso del1 'INU del 1954, ritengono che rapporti troppo rigidi tra il piano e la sua attuazione siano dannosi: un piano regolatore troppo dettagliato, vincolando e riducendo la libertà creativa degli architetti, li porrebbe nella difficile condizione di scegliere tra l'obbedire alle prescrizioni del piano, limitando la propria libertà e, in definitiva, costruendo male, e il disob- • bedire ad esse garantendo così piena libertà alla loro fantasia. Questa impostazione ha però incontrato molte e fondate obiezioni sollevate dalla maggior parte degli studiosi partecipanti a.I convegno: un piano scarsamente dettagliato lascerebbe certo maggiore libertà a qualche architetto, ma spalancherebbe anche le porte all'imprevidenza e ignoranza di molti privati e di molti mediocri architetti e alla speculazione, questa fin troppo consapevole, dei pochi ma potenti e [117] Biblioteca Gino Bianco
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