Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

agricoltura ed ..è nuova incarnazione di un sezionalismo cl1e per i secoli addietro aveva ,potuto dare prova di sè sotto forme tutt'aff,atto diverse. Si può dire, senza paradosso, che il centro di servizio agrario sia un equivalente moderno, e 1qui,ndi debitamente tecnicistico, delle colonie militari dell'antichità o di quelle mercantili del Medioevo. La deduzione di colonie era una forma di urbanizzazione incompleta e sui generis: si cercava di dar vita, con esse, a città specializzate in una sola e determinata funzione: la sicurezza militare, l'espansione commerciale, in alcuni casi (come nelle colonie elleniche di Magna Grecia) perfino la penetraziòne culturale. Si trattava, per vero, di simulacri di città. Demograficamente povere, forza tamente limitate o par.alizzate nel loro ciclo vitale, quelle colonie erano destinate a morire, appena cessata la deliberata spinta politica che le aveva promosse; oppure a trasformarsi, a cercare nuove e diverse ragioni di esistenza, a innestarsi in altri preesistenti o coesistenti ceppi urbani. La preordinata limitazione delle funzioni di una città è un controsenso: una città specializzaia in una funzione unica non è una città, ma un lacerto di città conservato in vitro; cercare o sperare per essa lungo e prospero futuro è come confidare .nella sopravvivenza di un membro avulso da corpo vivente. Il centro di servizio agricolo invera una situazione del ·genere; la sua esistenza è subordinata al presupposto che le persone abitanti entro un determinato raggio esercitino all'infinito una determinata attività, seguendo determinati criteri tecnico-produttivi, e denuncino, per lo stesso infinito lasso di tempo, quei bisogni per l'adempimento dei quali, e non più, il ' centro e stato creato e attrezzato. Può darsi che la funzione specializzata, per cui il centro è ·stato attuato, ' resti valida per decenni o per secoli (ma questo, dato la relativ,a fresçhezza dell'istituzione, non si è potuto a11coraverificare); comunque il carattere del centro di servizio, considerato nel più vasto quadro della v~ta associata, risulta in ogni momento prettamente passivo: dal centro di servizio, strettan1ente inteso, non potrà mai derivare un impulso veramente vitale, una scintilla di iniziativa, l'avvio di un nuovo progresso sociale. Concepito secondo un rigido siche1nadi esigenze tecniche, il centro potrà adempiere .ad esse ottimamente, ma per un certo periodo; domani il meccanismo, t.:onl'inesorabile v,ariare di quelle stesse originarie esigenze, sarà già portato ad alterarsi; ed il deterioramento sarà inarrestabile, ora per o-ra. È il de- [101] Biblioteca Gino Bianco '

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