di maggiore impegno per ogni amministrazione che dirige le sorti del comu11e; perché, dal focatico, dipendono amicizie e inimicizie a vita, e la stessa stabilità dell'amministrazione comunale. L'agricoltura è l'occupazione dominante dei cilentani. Questa ~ttività impegna gli abitanti da un minimo del 56,7% ad Agropoli, dov'è temper~ta dalla pesca come in tutti i paesi della costa, a·d un massimo del 92,8% ad Orria e, in media, fino al 90% nei paesi dell'interno, dove non esistono altre risorse. L'olivo può considerarsi quasi il simbolo araldico dell'agricoltura cilentana. Se ne contano più di due milioni di piante. Tra Caprioli e Pisciotta, dove se ne incontrano degli esemplari giganteschi e secolari, una sola pianta produce, nella buona annata, anche dai 3 ai 4 quintali di olive, m.a a Lustra o a Rutino, dove gli olivi non sono sorretti da fattori am'bientali e climatici ugualmente propizi, una pianta porta a maturazione solo 5 o 6 chilogrammi di olive: meno di un litro d'olio. Seguono le uve nere e bianche, con una produzione di oltre 300.000 quintali, e i fichi che son rigoglios,amente rappresentati da quasi mezzo 1nilione di piante. Questi ultimi danno vita, coi loro frutti, all'industria, a carattere familiare, dell' essicagione; la quale permette di commerciare i fichi secchi in ogni parte del mondo e, soprattutto, nelle Americhe. Frumento e granoturco sono anche coltivati e localmente consumati. Per ,avviarci a intendere il valore di quest'attività dobbiamo chiarire che, dei 164.936 ha di cui si compone il territorio di tutto il Cilento, solo 1/6 è costituito da pianura, 3/6 son formati dalle montagne e 2/6 dalle colline. I terreni pianeggianti - che son poi quelli fertili - si estendono in buon,a parte alla sinistra del fiume Sele, fino alla contrada Marine, ad Agropoli, nella vicinanza della punta Licosa e nella valle dell' Alento. Sommati insieme non danno più di 10.000 ha. Un fatto colpisce l'osservatore: la presenza di proprietà minuscole che vanno dal mezzo ettaro ai due ettari e di piccole proprietà che non superano i q~attro ettari e costituiscono 1'80% delle partite catastali. Le grandi proprietà dai 100 ai 1000 ettari e quelle latifondistiche con oltre 1000 ettari rappresentano appena lo 0,2%. A Rutino, fino a 100 anni fa, il terreno era concentrato nelle mani di 4 o 5 famiglie che possedevano circa 1000 ettari; [100] BiblotecaGino Bianco
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