caso particolare, è condizionata da determinate forme di intervento economico (e su tale concetto ritorneremo in seguito), che sono ancora, nel nostro Paese, di' limitata applicazione. Si· impone tuttavia, a questo punto, un'ulteriore considerazione: da un punto di vista teorico, è esatto che debbano essere i criteri scientifici della pianificazione a guidare gli strumenti e i modi di attuazione di essa e ad ,adeguarli alle nuove concezioni; ma un realistico esame dell'attuale situazione e l'esperienza di vicende passate sono unanimi nel farci attribuire un peso assai notevole alle organizzazioni burocratiche, ed alle istituzioni legislative esistenti, che pongono ad ogni innovazione, più o meno r,adicale, una sorta di forza d'inerzia difficile a vincersi. In sostanza quindi è opportuno operare al fine di realizzare le premesse indi~pensabili al raggiungimento dei più immediati obbiettivi, pur inserendo questi ultimi in una prospettiva di maggiore ampiezza, che preveda l'eliminazione del già accennato dualismo tra la pianificazione pòliticoeconomica e quella scientifica. Nell'eliminazione della cesura attualmente esistente tra esse, infatti, e nel superamento dell'odierno dualismo mediante un coordinamento delle attività, sta la possibilità di una intelligente ed efficace politica urbanistica; tali concezioni appunto dovrebbero rispecchiare, a nostro giudizio, lo spirito e la lettera della nuova legge urbanisti{:a promessa dal Ministro Romita. In attesa che il disegno di legge sia pronto, è certamente gius~o cercare di rendere il più possibile duttile ed operante la legge attualmente vigente, al fine di superare il presente periodo critico di maturazione, in cui - citiamo il Prof. Quaroni - « dal Piano inteso come qu,alcosadi chiuso, di rigido, di statico, di assoluto, di imposto dall'alto, di limitato nel tempo, stiamo passando al concetto di pianificazione flessibile, aperta, continua, democratica >>. Ed è proprio tale processo di chiarificazione che conduce oggi a separare concettualmente i fini dai mezzi, nell'attività di pianificazione, e a definirne i rapporti reciproci, giungendo così alla individuazione del dualismo tra l'aspetto politico e quello scientifico della pia-. nificazione, e quindi di due distinte «autorità». Ne deriva ovviamente, aggiungeva il Prof. Quaroni, « la necessità di chiamare direttamente in causa i concetti ed i problemi di· politica economica e sociale; di responsabilità tecnica, amministrativa e politica; di controllo democratico; di ordinamento amministrativo infine, giacchè il vero [87] BiblioteGaGino Bianco
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