Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

fonti storiche; si mira invece ad affermare l'esigenza di oper,are urbanisticamente su entità identificate con metodi e criteri storicistici, su unità dotate di caratteri omogenei per tutti e tre gli aspetti fondamentali della pianificazione: territorio, popolazione, economia, e nelle quali pertanto sia possibile raggiungere, attraverso interventi concretati in una chiara impostazione metodologica, una situazione di equilibrio. L'intercomunalità determina inf,atti un più stretto nesso logico fra unità (e relative esperienze) che rappresentano un fatto concreto per l'atti- . vità di pianificazione ed un concetto scientificamente vaiido per la metodologia urbanistica ,e fra unità, caratterizzate dal convergere di più complessi fenomeni, che costituiscono una concreta realtà storica, ma cui non corrisponde un'entità astratta scientificamente valida. Alla luce <li tali considerazioni, appare chiaramente quale sia la vera natura dell'aspetto «dimensionale» del problema dell'intercomunalità, e quale quindi l'impostazione teorico-critica che, coerentemente con quello che è lo spirito dell'esigenza corrispondente; occorre dare alla sistemazione· di tale questione. Questa esigenz,a del resto è stata assai ben compresa e lumeggiata, in sede di Congresso, oltre che dal relatore generale Prof. Samonà, attraversonumerose comunicazioni, fra cui, in particolare, quella del Prof. Columbo (<< Appunti sui Piani Intercomunali>>) che, oltre ad alcune interessanti consider,azioni - fra cui il parallelo tra il territorio « intercomunale~ e la region inglese (nel senso cioè di plaga) -, contiene un'approfondita disa--· mina dei· fondamentali tipi di piano· intercomunale, tipi che non escludono ìa possibilità di una sovrapposizione territoriale, nè quella dell'esistenza di altri, intermedi fra i fondamentali. I caratteri di flessibilità e duttilità propri della pianificazione intercomunale consentono l'adattamento alla più grande varietà di situazioni possibili; intuitiva in effetti si presenta, anche per lo studioso che le questioni di urbanistica non faccia oggetto di specifica attività, la distinzione tra il rapporto che può darsi nel caso di una grande città e dei Comuni finitimi alla sua estes,a banlieue, e quello che si pone fra diversi Comuni, di pressochè eguale importanza e sviluppo deµiografico ed economico, dislocati variamente entro i confini di una region geografico-economica ben definita e:d omogenea, sì da costituire una « unità geo-urbanistica ». E-chiaro infatti come, nel primo caso, la notevolissima sperequazione: [82] _ BibliotecaGino Bianco

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