dano, il quale sa trasferire sulla pagina tutti gli effetti della conversazione di un play-boy cosmopolita: il Tucci è un fiorentino con ascendenze russe che vive a New York, e di fatto nel migliore di questi racconti, Il segreto ·(Garzanti), si ha una curiosa e riuscitissima mescolanza di Lieskov e di Giamburrasca, dietro cui però qualche volta sembra veder sorgere l'ombra di Rubé. E qui vi è un io estremamente invadente ed estrovertito, ma e un io decisamente (e positiva1nente) istrionico, la cui sicurezza ed eleganza di piglio, la cui blague seducente, lasciano però a volte intravedere sorprendenti abissi retorici, come ad esempio nella fastidiosa insistenza del motivo deHa cosmicità del «fanciullo». E ancora un personaggio, mascherato benchè strettissimamente autobiografico, ci presenta il Ricordo della Basca (Nistri Lischi) di Antonio Delfini, raccolta di racconti che immediatamente prima della guerr,a rappresentarono forse la più avanzata letteratura d'avanguardia, e che !',autore ripubblica oggi con l'aggiunta di una lunga introduzione appunto autobiogr,afica che ha pagine molto avvincenti. La nostalgia e la protesta romantica del modenese Oblomov che ne emerge, sono futili quanto appassionate, ipoc_ritequanto ingenue; e il fatto che quest'onda romantica si abbatta al caffè delle Giubbe rosse, e che le comuni nequizie letterarie divengano oggetto di trattazione dr,ammatica, non priva la perorazione del protagonista dell'attrattiva di un gioco autentico, e non fredd~mente ~etterario. Tanto che si ascoltano con interesse anche le sue non precisamente logiche disquisizioni sull'inumano e il disumano: « Per esempio, un sindaco della Capitale fa fare o lascia fare ignobili speculazioni edilizie. Fin qui è inumano. Il disumano, l'invincibile disumano, comincia dopo: quando le case sono fabbricate; quando le famiglie comini ciano ad abitarle; quando il tempio è stato costruito e le preghiere dei fedeli cominciano a circolarvi sorde, creandovi strane luci giallastre; quando le prospettive delle nuove strade ci fanno circolare con un pensiero menzognero della _verità; quando il colore della luce, di quella· che noi crediamo luce, ha un colore che non è più luce; quando le donne che incontriamo non sono più nè belle nè brutte, ma provocanti, arrapanti, fredde o calde, solfose o salate; quando più niente corrisponde alla verità del passato o dell'avvenire~ e il presente vive senza rapporti e senza confronti. Quando, all'improvviso, e senza che nessuno ti abbia preparato o convinto in tempo, ti senti dire che è tuo dovere di cristiano festeggiare la Pas·qua alla mezzanotte. È disumano mettersi a sedere in terra per mangiare con i tuoi invitati, proibendo a loro [46] BibliotecaGino Bianco
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