miglioramento civile. Altro aspetto della diffusa acrisia è la tendenza ad attribuire tutto al «popolo» oppure, con eguale facilità, alla virtù taum.aturgica dei monarchi: Umberto I fece questa e quest'altra guerra o conquista o alleanza o legge; e se gli osservi che in regime parlamentare sono Governo e Camere che dirigono la politica di uno Stato, ti guardano turbati, quasi parlassi il linguaggio dei' marziani. Proprio il lingu,aggio era il punto debole di quasi tutti i candidati: non c'era verso di farsi dire che cosa significassero Costituzione, regime costituzionale, regime parlamentare, divisione dei poteri, suffragio univers,ale, liberalismo, democrazia, socialismo, nazione, popolo, borghesia, proletariato, parole che spesso usavano a casaccio nel r,accontare qualche avvenimento. Parecchi studenti, si noti, erano già elettori. E se li incoraggiavamo, ad esporre quella pur vaga idea che ne avevano in· testa, ne venivano risposte buffissime; e per chiarirti meglio il loro pensiero, ti aggiungev,ano, che Cavour era socialista, e Mazzini reazionario. Poichè, come dicevamo, il programma è studiato sotto il pungolo della fretta; poichè la politica del lavoro, dello sviluppo econon:ico e culturale, del progresso civile e sociale non è luccicante come la politic.a delle sciabole; poichè i vecchi libri di testo che ancora circolano nelle nostre scuole dedicano senza paragone più spazio a questa che a quella, poichè noi stessi, anche nell'insegnamento quotidiano, non sappiamo liberarci appieno dai vecchi schemi, dalle vecchie tavole dei valori, e trarre le logiche conseguenze dalle prospettive offerteci dagli indirizzi storiografrci dell'ultimo mezzo secolo; l'attenzione maggiore è rivolta agli anni «fatidici» 1814-1870;per gli eventi successivi fino al 1914 pochi cenni sembrano già troppi. Sicchè Giolitti è il grande sconosciuto; buio fitto, talora interrotto da qualche pallido raggio di luna, sulla Destra e sulla Sinistra storica, sulla questione sociale, sulle origini del socialismo, sulla Rerum novarum, sul .ruolo della grande industria nella vita moderna. Questo per limitarci alla storia d'Italia. Sulla storia degli altri Paesi d'Europa e dei Paesi extraeuropei dopo il 1870 pare ci sia la consegna della trappa: silentium. La storia 1814-1870appare a sua volta conosciuta sì, ma con i limiti di «settore» di cui si è parlato in principio: insurrezioni, guerre, scaramucce in primo piano; poco o nessun sentore del nesso Italia-Europa; nebbia, se non tenebre, sui rapporti tra liberalismo e borghesia, tra liberalismo e rivoluzione, tra liberalismo e risorgimento, sui partiti e sui gruppi sociali, [103] BibliotecaGino Bianco
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