Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

Lo sviluppo economico del Mezzogiorno di Vincenzo Apicella 1. Chi volesse trattare questo tema con specifico riferimento a ciò che è stato finora compiuto ed a ciò che costituisce il pr.ogramma per l'immediato futuro, non può prescindere dalla considerazione che lo squilibrio derivante dai forti scarti rilevabili tra i livelli di sviluppo raggiunti nelle due grandi parti del Paese non sia stato finora, non si dice corretto, ma nemmeno attenuato; e che, anzi, il diverso ritmo di progresso accertabile nelle due zone tenda ad accentuare questi scarti. La p,rima domanda da farsi è dunque quella del perchè l'azione intrapresa ormai da più di un quinquennio dal Governo - e che pur si è dispiegata con una intensità ed una organicità mai prima raggiunta - abbia sortito effetti tanto limitati. E la risposta che molti di color? che si occupano di tale problema danno è che le caratteristiche degli interventi attuati attraverso la Cassa per il Mezzogiorno hanno avuto essenzialmente un carattere preparatorio: essendo il compito di gran lunga prevalente di tale organismo quello di creare nell'Italia Meridionale certe opere p·ubbliche e di pubblica utilità che costituiscono le infrastrutture di un sistema economico funzionante, ed essendosi ormai raggiunto in tale campo un complesso di risultati che 1aprononuove ampie possibilità, è ora giunto il momento di passare a quello che si è appunto chiamato il << secondo tempo» dell'oper.a di risollevamento del Mezzogiorno, e cioè alla fase dell'industrializzazione, fonte permanente di reddito e di occupazione. Ciò spiega, si dice, la modestia dei risultati raggiunti finora. Gli incentivi, che pur già esistevano, a favore della creazione nel Mezzogiorno di nuove attività industriali hanno provocato un flusso di investimenti insufficiente perchè l'ambiente meridionale non era ancora così favorevole ad [21] Biblotec~ Gino Bianco •

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