finire la classe a 16 anni, quelli della III a 17, quelli della IV a 18. Invece l'età media nella mia II era di 17 e mezz.o, nella III, di circa 18, mentre nella IV sfiorava i 20 anni: un ritardo medio di due anni! In quest'ultima classe gli « anticipati» erano due, i « normali» quattro, tutti gli altri ritardatari, con punte massime di 23 e 25 anni di età. E poic-hè si trattava di elementi normalmente dotati, e non tutti <<sfaticati», il ritardo in proporzioni così vaste e massicce sottintendeva drammi {amigliari e personaii almeno quanto difetto di istituzioni scolastiche. La seconda cosa che mi colpi furono le condizioni in cui questi giovani lavoravano. C'era in mezzo a loro qualche <<signorina di buona famiglia » e (in misura assai minore) qualche giovanotto di belle speranze che vivevano in condizioni eccellenti per adempiere alla professione di studente: abitavano a Napoli, non lungi dalla scuola, non avevano nient'altro da fare che attendere ai libri, godevano di un ;imbiente famigliare confortante. Ma in IV e in III più della metà abitava fuori Napoli, in II quasi i due terii, maschi e femmine. I giovani che dai paesi della provincia venivano a Napoli con mezzi diversi (ferrovia, tram, autobus, con l'aggiunta di lunghi tratti a piedi) erano costretti a levate mattutine, e a perdere moltissimo tempo nei viaggi di andata e ritorno: c'era chi usciva di casa alle 6,15 (punta massima), p,arecchi altri si mettevano in viaggio prima delle 7 o pochi minuti dopo le 7. Viaggiavano sui treni operai, zeppi di gente, sicchè toccava loro di starsene sovente in piedi, magari per un'ora e più (una ragazza di 18 e . un ragazzo di 16 anni si sorbivano ogni mattin,a 90 minuti di accelerato). Giunti al <<Villari », se ne stavano seduti quattro o cinque ore in banchi scomodi, poi riprendevano la via del ritorno; il pasto del mezzogiorno lo consumavano al rientro in casa. Dopo di che li ;lspettava lo studio delle lezioni e lo svolgimento dei lavori assegnati per il giorno dopo. Quante ore studiavano i miei allievi? Ad una mia indagine fatta mediante un questionario, chi rispose un'ora, chi cinque, _mala grande maggioranza dei maschi affermò di studiare in media tre ore al giorno, le ragazze quattro. Anche considerando interessatamente ottimistiche queste dichiarazioni, resta il fatto che sommando insieme il tempo trascorso in scuola, quello speso in un viaggio faticoso e l'altro imp,iegato nello studio domestico, si giungeva ad un totale cospicuo per gran pa11tedei giovani. C'erano poi casi particolari. Un'alunna della II, di 20 anni (in ritardo quindi di 4 anni), residente a Boscotrecase (frazione di Torre Annunziata, a oltre 20 Km. da Napoli) nel [93] . Bibloteca Gino Bianco \
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