sione di soffocamento e, insieme, di avvilimento. In effetti, la II disponeva di un'aula di m. 6,56-4,72,con un'area complessiva di mq. 30,96; la III, di m. 4,73x 4,28 (area mq. 20,24); la IV, di m. 6,56x 4,77( area mq. 31,29). Poichè una parte dello spazio era occupata dalla cattedra e dai corridoi tra i banchi, gli allievi della III disponevano sì _eno di mezzo mq. a testa. Di poco migliore la situ.azione nella IV e nella II. In quest'ultima classe non c'erano banchi, ma tavolini con sedie; i tavolini erano disposti in quattro file successivee parallele alla cattedra, nove o dieci per fila, senza soluzione di continuità. Impossibile quindi scendere dalla cattedra per sorvegliare e cur.are da vicino i ragazzi. Se uno di questi voleva uscire, o era invitato a venire alla cattedra o alla lavagna, un'intera fila di condiscepoli doveva alzarsi per lasciarlo passare, con chiasso relativo e proporzionato. Inoltre, a quell'età i ragazzi non possono rimanere immobili per ore e ore; quindi un continuo cigolio di sedie e stridio di tavolini. Il ~ello è che il numero delle sedie in dotazione alla classe era, abitualmente, di tre unità inferiore al totale degli allievi~Per fortuna, era frequente il caso che si registrassero parecchie assenze; ma quando il numero dei presenti si avvicinava al plenum, gli ultimi arrivati restavano in piedi; si ric<?rrevaaìlora al « P!estito >> da classi vicine, in cui ci fossero sedie momentaneamente libere per l' assenza dell'occupante abitu.ale. Anche in altri corsi c'era un'analoga insufficienza di attrezzatura, sicchè sovente alla soglia della mia classe si affacciavano alunni non miei, che chiedevano la carità di una sedia. Nella II e nella IV i tavolini erano pochi, prevalevano i banchi. I quali erano di tipo antiquato, con scrittoio stretto e con lunghi sedili a d~e o tre posti. In caso di bisogno i tre potevano diventare quattro o cinque: · come nella III, in cui la compressione degli allievi· raggiungeva il massimo delle possibilità. Qui la ristrettezza dello spazio era tale che il professore, raggiunta con due passi la cattedra, vi rimaneva relegato per tutto il tempo della lezione, senza poter muoversi altro che per uscire. Intorno a lui, banchi e allievi .a file serrate; e quando c'era da svolgere--qualche prova scritta, o anche solo da prender appunti, l'intera scolaresca faceva una conversione del busto a destra, e scriveva ponendosi di sbieco rispetto allo scrittoio, per occupare meno posto; solo così ciascuno poteva permettere ;il vicino di muovere a sua volta un braccio sul banco. Il dizionario era posato sulle ginocchia. Ahro e non ultimo inconveniente: tra la JV e la II esisteva una porta [90] BibliotecaGino Bianco
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