5 Novembre 1951, Vol. III} Industrie Estrattive} Roma 1955, pp. 182; id. Vol VII} Industrie del Legno} Roma 1956, pp. 158). Fra gli elementi messi in, luce dalla rielaborazione dei dati effettuata dalla « Rassegna » figura · la distribuzione territoriale degli occupati, che, per il settore delle estrattiveregistra per la prima volta un cambiamento - rispetto ai risultati del censimento prebellico - nelle graduatorie di concentrazione. In particolare· risulta che dei I 18.662 addetti al settore delle estrattive la massima parte è· concentrata nell'Italia insulare, con una percentuale che raggiunge il 32,05%, mentre nell'Italia settentrionale la percentuale è del 30,38%, nella centrale del 28,61% e nella meridionale dell'8,96%. Nessun cambiamento nella graduatoria di concentrazione si è verificato per contro nel settore dell'industria del legno. Gli addetti, che ammontano in complesso a 293.570 unità, sono concentrati nuovamente per la massima parte nell'Italia settentrionale, dove la loro percentuale è pari al 58,24%, mentre il 18,49% si trova nella meri-· dionale, il 15,08% nella centrale e 1'8,18% nella insulare. L'ampiezza delle « ditte » del Mezzogiorno, in « Informazioni SVIMEZ » - N. 30-31, 25 luglio - 1° agosto 1956. Per il complesso delle attività censite (Censimento Generale dell'Industria e del Commercio e delle altre attività economiche non agricole - 5 Novembre 1951), il numero delle ditte risulta, nel complesso nazionale, pari a l.504.027 unità, con 6.781.092 addetti; nel Mezzogiorno le ditte sono 473.894e gli addetti 1.174.050. Il più limitato sviluppo nel Mezzogiorno dell'impresa industriale o commerciale è documentato dal fatto che, mentre la popolazione meridionale rappresenta circa l / 3 di quella nazionale, gli addetti alle ditte censite nel Mezzogiorno risultano pari a solo il 17,3% del totale nazionale. La situazione appare ancor più squilibrata se si considerano le sole ditte dei rami di attività industriali (esclusi cioè il commercio e i servizi): gli addetti alle ditte del Mezzogiorno scendono al 14,9%1 del totale nazionale. Lo sviluppo industriale del Mezzogiorno appare assai inferiore a quello del Centro-Nord non solo sotto l'aspetto quantitativo ma anche sotto quello qualitativo; prevalgono infatti nel Mezzogiorno le piccole imprese e le imprese artigiane. Il 69,3% degli addetti spetta infatti, nel Mezzogiorno, a ditte aventi ~1on più di IO addetti e il 28,4% a ditte artigiane, contro il 36,4% e il 12,4% rispettivamente nel ·Centro-Nord. In altre parole, la media e grande industria sono manifestazioni relativamente rare nel Mezzogiorno. La maggior proporzione di ditte artigiane è dovuta sostanzialmente alla carenza nel Mezzogiorno di medie e grandi industrie. Lo sviluppo dell'artigianato è grosso modo proporzionato, sia nelle regioni povere che nelJe ricche, [85] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==