lasciano prevedere, nel corso della rinascita economica e sociale della Sardegna una prevalente immigrazione di forze lavorative, controbilanciata, tutt'al più, in piccola parte, da movimenti compensativi. La seconda parte del manuale è dedicata alle molteplici e complesse provvidenze statali e regionali per l'industrializzazione della Sardegna, con il. preciso intento di mettere in grado l'operatore economico di orientarsi verso quelle forme di intervento che meglio rispondono al suo caso particolare. A tal fine le varie provvidenze ed agevolazioni sono state raggruppate in tre gruppi: a) agevolazioni fiscali; b) agevolazioni creditizie; e) contributi a fondo perduto. Completano infine il quadro, sotto il titolo di provvidenze varie, talune iniziative promosse o realizzate dall'Amministrazione Regionale. Tra i provvedimenti legislatvi emanati dall'Amministrazione Autonoma della Sardegna il più importante è la legge regionale 7.5.1953, n. 22 (recante provvidenze dirette a promuovere e favorire lo sviluppo delle attività industriali e commerciali in Sardegna), che, come è noto, non sostituisce le vigenti provvidenze statali per l'industrializzazione del Mezzogiorno e delle Iso- · le, ma si aggiunge ad esse, integrandole. Le molteplici discussioni che precedettero l'emanazione della legge e la massima discrezionalità che la medesima concede all'Amministrazione regionale costituiscono l'oggetto della terza parte della pubblicazione che procede, in particolare, ad un dettagliato commento della legge regionale; della quale viene anche riportato, in appendice, il testo integrale ed il relativo regolamento. Riforma fondiaria e agraria G. P.: Realtà e 1niti della riforma agraria nel Mezzogiorno; in « Mondo Economico », N. 32, 11 Agosto 1956. Prendendo lo spunto dalla recente documentazione dell'opera svolta dall'Ente cli riforma appulo-lucano (DANIELE PRINZI, La riform'll agraria in Puglia., Luca.nia e Molise nei primi cinque anni., Bari, Laterza, 1956), l'A., pur essendo consapevole dei limiti ben circoscritti in cui operano gli Enti di riforma e della complessità dei loro compiti, avanza più o meno esplicitamente, degli interrogativi sulle prospettive future della riforma fondiaria e agraria e sui risultati finora valutabili. Egli si domanda, ad esempio, se l'appoderamento e la trasformazione fondiaria attuate con la riforma saranno in grado di provocare un assorbimento di manodopera bracciantile fuori del nucleo familiare degli assegnatari, sembrandogli ancora troppo vago e indiziario il · fenomeno di migrazione e di dislocazione delle masse agricole, in conseguenza dell'insediamento nelle case poderali degli assegnatari della riforma. Un altro motivo di dubbio è la costosità della riforma, che minaccia di aggravarsi sempre di più, per la complessità e interdipendenza dei problemi che incom- [79] Bibloteca Gino Bianco
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