Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

- La D. C. nel Mezzogiorno e le «giunte difficili» a cura della Redazione I. Non fu difficile pronosticare, alla vigilia, che l'importanza maggiore della consultazione elettorale del 27 maggio scorso nell'Italia meridionale sarebbe derivata soprattutto dagli sviluppi post-elettorali dei problemi inerenti alla formazione delle giunte provinciali e comunali. Come era prevedibile, l'abolizione, per i comuni con più dì 10.000 abitanti, della legge maggioritaria che aveva dato luogo alle amministrazioni elette nel 1951-'52 e il ritorno al sistema proporzionale hanno posto in particolar modo la D.C. e il P.S.I. di fronte a precisi obblighi di scelta, una volta che in più di un centinaio di comuni del solo Mezzogiorno continentale ne~ suno dei tre gruppi in cui dal '47 ad oggi si è articolata la lotta politica in Italia (<<destra»,<<centro»,«sinistra>>)si è ritrovato a disporre di una propria maggioranza. Casi analoghi si sono verificati in alcuni consigli provinciali, non a causa della legge elettorale, rimasta immutata per essi, bensì principalmente a causa dei sensibili indebolimenti riscontratisi nelle rappresentanze di destr,a. A più di tre mesi dalla convocazione dei nuovi consigli si impone, ormai, un prin10 bilancio del modo in cui sono stati risolti nelle regioni meridionali i problemi delle « giunte difficili». 2. Sebbene le nostre informazioni non siano completissime e in pareccl1i casi sussistano motivi di incertezza, non si può disconoscere che la parte maggiore delle situazioni « difficili » siano state risolte nel Mezzogior110 sulla· base di accordi intervenuti fra i democristiani 1 e le forze di destra. Questo tipo di alleanza non è, invero, nuovo per il Mezzogiorno, fin dal '46 punteggiato da una folta p~esenza di amministrazioni di centro-destra. Esso assume tuttavia un nuovo rilievo se viene inquadrato nella .attuale congiuntura politica e nello sviluppo della effettiva li11ea d'azione della [6] Bibloteca Gino Bianco

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