Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

così un fenomeno nato localmente e non una sovrastruttura imposta dal di fuori, che la civiltà locale espellerebbe da sè più o meno lentamente. Naturalmente, la necessità di potenziare le autonomie regionali in vista della funzione culturale che esse possono avere non toglie che del pari neces-- sariamente queste culture-autonomie si debbano in futuro inserire automaticamente nelle più vaste esigenze culturali del paese intero. Perciò, accanto a questo, che è problema di vasto respiro, si inserisce l'altro, di coordinare le minori - e solo in senso quantitativo - attività pubbliche. Il primo problema (prescindendo da quello relativo all'istruzione pubblica, a quella specializzata, inferiore e superiore) concerne la penetrazione della cultura negli agglomerati sociali. Lo strumento principale è dato dalle biblioteche e dalla diffusione di una autentica « cultura » au1dio-visiva. Le altre f01I1tidi cultura alle quali è necessario ricorrere rientrano, a differenza delle biblioteche, nelle iniziative di carattere privato, che possono sommariamente dividersi in tre grandi categorie: quelle ad alto livello, come accademie e archivi; quelle a livello medio, come associazioni di cultura, assistenziali e ricreative; quelle a livello di maggiore diffusione esterna, come case editrici e stampa. UGOBERTO ALFAss10 GRIMALDI: Aspirazioni sbagliate nella scuola italiana; in « Il Mercurio », 11-18 Agosto 1956. Il primo avviamento alla professione è dato dalla scuola. Non così è nel Mezzogiorno dove la scuola non serve a qualificare le professioni che in maniera marginale. Nel mezzogiorno la mancanza di un legame organico tra l'ambiente e la scuola, tra le vocazioni e le possibilità reali, è un fenomeno che si verifica tanto nella scuola media (è nota la preferenza dei giovani del Mezzogiorno per gli istituti di istruzione classica) quanto nelle scuole superiori, caratterizzate non soltanto dal noto eccesso di studenti nelle facoltà umanistiche delle Università meridionali, e dalla fortissima dissociazione tra le tesi di laurea e gli interessi ambientali, ma sopratutto dall'incidenza del fuoricorso; mentre nel centro-nord tale incidenza è del 54%, essa è del 71 % (a Messina il 177,8%) nel Mezzogiorno, dove è pertanto chiaro che l'università non prepara alla professione, ma per lunghi anni si accompagna, parallela e affaticante, alla professione ordinaria soltanto per agevolarne lo sviluppo: non la professione è il risultato e l'esito di una preparazione superiore, ma al contrario la laur_ea è mero pezzo di carta in funzione di un concorso o di una promozione. « Mezzogiorno e scuola » - conclude l'A. - cc sono due vecchi invalidi entrambi bisognosi di cure: nessuno dei due può pretendere di salvare l'altro; vanno d'accordo perchè ignorano i reciproci bisogni di fondo». Questo è ciò di cui occorre tener conto per comprendere i paradossi del Sud: innu- [77] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==