corso degli ultimi quaranta anni la produzione agricola è aumentata del 38% al Nord e solamente del 13% al Sud. Questo differente ritmo di incremento è dovuto non soltanto alle difficoltà ambientali contro le quali ragricoltura meridionale deve lottare sopportando rischi e costi di gran lunga superiori a quelli dell'agricoltura settentrionale, ma anche al fatto che fino a pochi anni fa i capitali sono affluiti al Mezzogiorno agricolo in misura non sufficiente a sviluppare la produttività. Dopo aver esaminato la situazione di ciascun gruppo di prodotti, l'A. conclude affermando che la struttura produttiva meridionale, basata essenzialmente sulla produzione di frutta, legumi, vino e olio, potrebbe essere potenziata soltanto da un intensivo sviluppo della produzione zootecnica. Allo studio è annessa una nota metodologica che riferisce i criteri adottati per il calcolo della produzione agricola vendibile nel Nord e nel Sud d'Italia. N. MARINO: Saggio sul reddito agricolo della provincia di Pescara, Pescara, 1956, pp. 81. La monografia, che si aggiunge ad altri studi dell'A. su vari aspetti economici della provincia di Pescara, consta di tre parti che, rispettivamente, procedono alla valutazione della produzione lorda vendibile, alla valutazione delle spese per capitali tecnici e per manutenzione, assicurazioni e ammortamenti, al calcolo del reddito o prodotto netto dell'agricoltura. L'A. conclude l'indagine rilevando che, nonostante la presenza di indizi attestanti il miglio• ramento agrario della provincia di Pescara, il progresso dell'attività agricola in termini di reddito agricolo procede molto lentamente, come è dimostrato dal fatto che il prodotto netto dell'agricoltura della provincia, superiore, nel 1949 e nel 1950, rispettivamente di 54 e di 49 volte rispetto a quello del 1938, corrisponde in media alla svalutazione della moneta tra il 1938 ed il 1949-1950. Cultura e orientamento professionale nel Mezzogiorno ATTILIO FRAJESE: Il piano P e l'analfabetismo nell'Italia meridionale)· in « Prospettive Meridionali », Luglio I 956. Oggi il problema del recupero degli analfabeti adulti non è più motivo di preoccupazione grave a causa del buon funzionamento della Scuola popolare; grave rimane iinvece il fenomeno dell'analfabetismo giovanile, la cui percentuale nazionale è del 6,39 ogni cento giovani dai 6 ai 14 anni (pari in cifre assolute_ a 409.320 t1nità). Dall'esame delle statistiche sulla distrib11- [75] Bibloteca Gino Bianco
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