preparano le soliate lapidi commemo,rative visto che di lapidi in !talia ce ne sono poche. Ed il cittadino del posto anche ne sarà orgogliosissimo e vi mostrerà con viva soddisfazione le belle opere compiute. Ciò è d'altronde umano e non vogliamo qui, nel fare i censori, atteggiarci a moralisti decrepiti e arcaici. Ma purtroppo la situazione delle nostre città e cittadine è tale che non si possono permettere delle spese superflue: passi pure per quelle che, vivendo del solo turismo, alla loro bellezza esteriore pur han da guardare, perchè, in questo caso, essa diventa fonte di benessere economico. Ma per gli altri paesi, per tanti altri paesi meri,dionali son davvero necessari codesti coreografici lavori pubblici? Giacchè, se la loro strada principale è bella ed elegante, ottima per lo cc struscio » dei vanitosetti del posto, ai suoi fianchi vi sono ancora vicoli sordidi e fetidi, dove la miseria è sovrana. Per risolvere i problemi del bello) si dimenticano quelli del buono) per dar lustro e fare còreografia si tralasciano i problemi essenziali, si dimenticano le normali esigenze civili. Ogni paese, e ogni paese del Sud, deve tendere necessariamente ad essere ridente ed .accogliente, ma soprattutto civile: vi sono problemi di igiene pubblica che non si risolvono soltanto con la pulizia della strada principale, quando nelle stradette adiacenti il tanfo e la sporcizia dilagano. Il problema tremendo delle abitazioni popolari non può essere soffocato dalla costruzione del Palazzo 'Comunale; nè la mancanza delle fognature e dell'acqua nelle case dei contadini può essere coperta dallo zampillo incandescente (che molte volte non ha la forza di arrivare a dieci centimetri di altezza) di fontane circondate da aiuole. Eppure vi 1 sono moltissimi Comuni ,del Mezzogiorno ,dove una tale politica si sta attuando: i fondi stanziati 1 direttamente dal Ministero o dalla ·Cassa del Mezzogiorno o dal Comune stesso, quando li ha, servono ormai a rendere felici i nostri Sin.daci e a coronare i loro sogni. Ci si dirà 1che le auto·- rità superiori 1 debbono intervenire, anzi sono proprio loro che •dovreb-bero -definire il carattere di urgenza e di economicità dei lavori da intraprendere, esse che in fon·do stabiliscono come ,dividere tra i Comuni i fondi stanziati per le ·01 pere pubbliche. Ed è giusta la domanda, chè anche noi ce la sikm posta, ma bisogna purtroppo ricordare le influenze politiche, sindacali e religiose, che fan ,dimenticare a quelle autorità le direttive alle quali ·dovreb,bero ubbidire. Per cui la politica dei lavori pubblici non vien più vista come stimolo alle attività economiche dei privati, nè come creazione di nuove fonti di lavoro, non vien più cioè inquadrata r1ella vasta opera di risollevamento delle contrade meridionali, ma come una vittoria •dell'amico al Ministero o alla Cassa, ,che può essere ,di volta in volta un ,deputato o un prelato o un dirigente della Confederazione dei Coltivatori Diretti (che sta diventando ormai un nuovo partito): lo stanziamento 1del ,denaro ,p.ub,blico prima vien sbandierato ai quattro venti, ,per motivi di propaganda, e poi viene usato nella maniera più inopportuna. Perchè, quando viene indicato il motivo dello Bibloteca Gino Bianco [68]
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