<<colonialismo» inglese e dal <<capitalismo>>della Compagnia del Canale; e i democristiani sembrano covare anche essi qualche antica ossessione, se non anticolonialista e anticapitalistica come quella dei socialisti·, altrettanto nazionalistica e antioccidentale, e antieuropeista sopratutto, nella sua risultante politica. b, valga qui il giudizio responsabile di organi come ll Messaggero e Il Riesto del Carlino, giudicati spesso ufficiosi, ma che, in questa occasione, si sono dimostrati coerentemente democratici·, giusta1nente severi con il Governo e con la D.C., atlantici ed europeisti alla maniera di Sforza e di De Gasperi, dei repubblicani e dei radicali. Di fronte a questa « terza ondata del nazionalismo moderno » gioverà quindi ricordare clie essa non solo « rischia di fi11ire nella distruzione cieli' economia mo11diale », ma ha già messo in crisi il sistema atlantico. E sciaguratamente fummo profeti quando facemmo osservare, in polemi·ca con certe tenden.ze della sinistra democratica italiana, suggestionata da alcuni temi· del neutralismo, che no1'isi doveva sempre ·volgere le critiche contro la « grinta troppo dura» di Dulles, ma << qualche volta di considerarla troppo accomodante, nel caso di Nasser tra l'altro». In Italia intanto anche }'anfa12i e anche Martino hanno preso, durante e dopo la seconda conferenza di Londra, atteggiamenti deplorevoli. Tali', dicevamo, sono stati· giudicati anche dal Messaggero e dal, Resto del Carlino. E non vale tentarne una giustificazione adducendo presunte mancanze agli i·mpegni della solidarietà atlantica da parte di Francia e Inghilterra, che non avrebbero «tempestivamente>> itiformato Palazzo Chigi di certe loro mosse: esse, Francia e l12ghilterra, avevano tutte le ragioni per diffidare di noi, venuti meno per ,primi ai detti impegni, dimostrati.ci tanto riservati, e perfino be- . nevoli, nel giudicare gli attentati << hitleriani·» che da parte di· N e4>sersono venuti all'Europa. Dopo la seconda conferenza di Londra si deve pur di.re che l'on. Martino, ad onta di quanto era stato detto dai lib·era~ieuropei nella conferenza di Stresa, ha firmato di persona un indirizzo di politica estera del nostro paese che a noi sembra anche -pi,ù grave di quello assunto a suo tempo da Pella per Trieste. Allarmati ci chi◄ediamo se avremo ora un raddrizzamento tempestivo o un ulteriore slittamento della politi.ca estera italiana nella direzione di quel velleitario « sacro egoismo » che. ci degraderebbe dal livello dei De Gasperi e degli Sforza a quello dei Franco e dei Tito. [S] Bibloteca Gino Bianco
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