Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

che vadano peràuti di vista, nei progetti e nei desiderata della « popolazione » come nell'effettuazione finale. Accolte, infatti, le prime elementari esigenze, ricostruite o costruite ex novo le cose più importanti, riusciti a carpire a mezzo del deputato locale gli stanziamenti per le opere più necessarie, adesso si è passati nei nostri piccoli e grandi Comuni a desiderare qualcosa di più grande, di magnifico. E, saltando a piè pari gli stadi ancora intermedi, che sono tuttora caratterizzati dalle necessità economiche e sociali, si è subito arrivati allo stadio finale, caratterizzato dal superfluo e dal lussuoso. Per spiegarci meglio, si è cominciato ad attuare una politica di lavori pubblici, che non esitiamo· a definire coreografica: l'esempio più visto,so, anzi il cattivo esempio a tutto il Mezzogiorno lo sta dando Napoli, dove Lauro sta sperperando i soldi della legge speciale, badando proprio all'esteriore, come un buo,n « apparatore » di feste delle nostre contrade. È inutile qui parlare delle maioliche ,dei sottopassaggi o delle mattonelle di porfido e delle graziose concessioni di fontane a « carcioffola » : è troppo noto ai nostri lettori per tdoverlo ripetere. l\fa ciò è p,urtroppo noto anche ai Sindaci delle città e cittadilile ,del Sud, i quali a Lauro adesso guardano con malcelata invidia, tranne che in casi eccezionali. E poter spendere come fa lui, con la stessa facilità e noncuranza dell'interesse pubblico, è un po' il sogno dei reggitori dei nostri Comuni. Avere le stesse strade, gli stessi giardini, le stesse fontane più o meno luminose (e più o mepo senz'acqua) e dire al popolo di aver saputo fare questo, è un rnotivo per potere passare alla storia come un grande Sindaco. La ·demagogia assume da noi indubbiamente gli aspetti più impensati, tanto diversi che in altre regioni, chè quivi forse essa viene caratterizzata sempre dal sodo, da un contenuto schiettamente realistico: la promessa del pane e lavoro per tutti, ad esempio, o la grandiosità di impianti. Nel Sud la demagogia si nutre alle vo,lte di cose che altri popoli, ricchi, forse potrebbero attuare e che pure non attuaino: da noi, si può dire, la cosa più importante per un Sindaco, anche del più piccolo Comune, è di rendere il suo paese appariscente. Il guaio si è che codeste aspirazioni incominciano a diventare realtà e che i ìavori pubblici davvero si fanno oramai sotto il segno del superfluo e del lussuoso. Capiterà così di transitare per questi « appariscenti » paesi e vedere la strada principale ben levigata e ben tenuta, e pulita, e graziosi al- • berelli rincorrersi ai suoi fìa11chi. Si incontreranno giardinetti pieni di fiori e di palme, si vedranno belle fontane, e, arrivati al Palazzo Comunale, lo si vedrà rimesso a nuovo, con una facciata iincantevole e i locali decenti e lussuosi. Le chiese non saranno da meno ed anch'esse, più o meno speculando sui danni di guerra, allo stesso fine si sono dirette, chè belle e rinnovate certamente devono apparire agli occhi dei fedeli. Tutto ciò, in verità, ,bello sembrerà al forestiero frettoloso, per il quale o per i posteri ma~ari già si Bibloteca Gino Bianco ,,,

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