Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

sia retorica od irriflessa si giunge attraverso .concrete esperienze, al!che attraverso contrasti, ed in seguito ad un processo di maturazio,ne il cui momento più importante è proprio l'autonomia delle esperienze. Considerando così gli O.O. R.R. alla stregua di strumenti funzionali per sperimentare ed istituzionalizzare poi una forma di superiore collaborazione tra docenti e discenti, 110U1 si vede alcuna Tagione valida per la quale le attività proprie studentesche nell'Università non debbano tutte operarsi nell'ambito degli O.O. R.R. e diventare cosi elementi di una politica universitaria organica il cui fine ultimo ideale è appunto quello prefigurato: realizzare un'attiva Comunità universitaria. Senonchè esistono alcuni Enti come il Centro Universitario sportivo (C.U.S.) e l'organizzazione nazionale italiana studenti in Ingegneria (O.N.I. S.I.), i quali si dicono cc rappresentativi » e sono invece portatori di interessi settoriali. Il C.U.S. monop 1olizza la competenza sportiv~ senza giustificazio-ne plausibile. Se lo sport ha, infatti, una sua fun'zione formativa, complemen ... tare, esso deve inquadrarsi nel normale quadro istituzionale dell'Università. Di conseguenza le attività sportive e sopratutto il modo di queste attività alla stessa stregua di quelle culturali ed assistenziali, son~ di competenza della Rappresentanza unitaria degli studenti. Il C.U.S.I. ha fini estrinseci all'Università: vi organizza lo sport al livello campionistico, professionistico, avendo precisi punti di riferimento, e, per gli atleti che cura e per gli interessi in cui è coinvolto, al difuori del mondo Universitario: così la sua subordinazione al C.O.N.I. La burocrazia che vi si è radicata non poteva non con ... durre una caparbia lotta contro il « politicismo » degli O.O. R.R., che rivendicano legittimamente la direzione della politica sportiva, che deve essere intesa su di una base del tutto diversa, cioè come attività di interessi generali, svincolata da legami extra-universitari. Ma il C.U.S.I. l1a potuto resistere sulle sue posizioni, appoggiandosi a quelle forze accademiche (tra le quali la burocrazia universitaria) che conservano inalterata l'adesione ai sistemi corporativi, ai quali si affezionarono e sui quali si sostennero durante il ventennio; per non considerare gli elementi esterni che giocano a suo favore, i quali tuttavia non potrebbero essere determinanti se studenti e professori fossero insieme più attenti ai valori dell'autonomia universitaria. L'O.N.I.S.I., controllata da gruppi industriali, con una orga·nizzazione· sezionale di facoltà, co,n obiettivi ed interessi tecnicistici, pone u.na alternativa corporativa agli studenti di ingegneria, al di fuori della Rappresentanza Unitaria; così il frammentarism·o e l'eteronomia delle iniziative e dei fini di questi Enti mirano alla svalutazione e al soffocamento del dato unitario e degli obiettivi generali e democratici che trovano l'unica possibile· estri'nsecazione negli O.O. R.R. A questa serie di problemi e ad altri reagisce la circolare Rossi, che [62] Bibloteca Gino Bianco

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