Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

affetto da interclassismo, arrivò a parlare di s~ e degli intellettuali nella vita del paese con toni altamente patetici. Noventa chiese di poter farè" in pubblico una delle operazioni verbali che più riesce spontanea agli intellettuali del nostro tempo: porsi in istato d'accusa protestando che la pretesa in110cenza degli intellettuali dinanzi alle cose dello Stato è, in realtà, un atto di viltà e, in conclusione, una rinuncia alla ragione. Concetto non nuovo, come si vede, poichè riproponeva ancora una volta il tema del tradimento dei chierici, ma che fu accolto nel migliore dei modi da un pubblico felice di avere fra i suoi un vincitore del Premio Viareggio per la poesia, disposto a terminare il suo intervento con il rinunziatario grido di « Viva il socialismo! ». Anche a Firenze si potè constatare, in definitiva, come lo stato d'animo della base socialista poggi in genere su fondamenta elementari. Molte circostanze servirono a diffondere fra i convenuti nella sala dell'Associazione di mutuo soccorso di Rifredi un senso di euforia. Le reazioni della stampa borghese al processo di unificazione in atto, la recente elezione del sindaco di Milano, ritenuta dallo stesso Libertini un fatto di straordinaria importanza per i vincoli di solidarietà stabilitisi fra i rappresentanti del socialismo milanese, il tentativo di creare una coscienza dell'unità socialista nell'opinione pubblica, imponendola come una situazione di fatto della quale i dirigenti dei due partiti non possono che prendere atto: tutte queste situazioni psicologiche si risolvevano in uno slogan più ampio, sostenendo quasi tutti gli oratori che il partito socialista unificato è l'aspirazione maggiore delle masse italiane, senza distinzione di classe. Si è notato, insomma, un certo messianismo sulla via del sole nascente e si sono udite frasi come: « la politica ci divide, il lavoro ci unisce », « coscienza del momento storico », cc indispensabilità del socialismo nella vita nazionale » , « urgenza di una terza forza » • Ma il grido cl1e più spesso è partito dalla platea fu cc unificazione, unificazione ad ogni costo », ed in questo richiamo sembrava risuonare lo stesso desiderio d'evasione, lo stesso provinciale sentimentalismo, che pervade l'invocazione delle tre sorelle, cc A Moscal A Mosca I ». lì convegno ha, nell'insieme, potuto ,deludere tutti coloro che s'attendevano che l'annuncio della riunificazione bastasse a mutare d'un tratto la struttura del socialismo italiano. L'unificazione è un avvenimento più lontano di quanto comunemente si possa credere, e gli ostacoli all'interno dei movimenti socialisti assai forti. Correnti e gruppi politici si contendono la priorità dell'operazione in atto, con diversi interessi e varia sollecitudine per il problema dell'unificazione. Se n1ebbe una dimostrazione proprio a Firenze, dove Unità Socialista tentò di far propria la iniziativa del convegno e di costituirsi, attraverso la creazione di un comitato per l'unificazione, la piat• taforma per le proprie operazioni future. Questo nella convinzione, della Sinistra socialdemocratica, che sarà il P.S.D.I. e non il P.S.I. ad assumere la parte attiva nelle trattative per il riavvicinamento dei due partiti, mentre [601 Bibloteca Gino Bianco

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