attuale in Italia, ed invitò i socialdemocratici all'opposizione, ove il Governo dimostrasse di non volersi spingere a soluzioni chiaramente progressiste. Nei suoi limiti, il discorso di Pieraccini risultò il pù organico, poichè tentò di stabilire i pri1ni fondamenti per un concreto programma di lavoro fra i due partiti. Q11i vennero a galla le deficienze maggiori del socialismo italiano: come a ragione ha scritto Il Giorno) e non senza ironia ha ripetuto Il Conternporaneo) al partito socialista mancano ancora oggi le premesse per una qualsiasi politica economica. L'intervento di Pieraccini rese chiaro il vuoto ideologico che s'è aperto nel Partito socialista con la fine dello stalinismo. Bene o n1ale, esso aveva condiviso una certa politica e da un sistema ideologico mutuato s'era sentito protetto e confortato; ora, caduto quel sistema, il P.S.I. brancola nel buio di 10 anni di lotta politica condotta su un clichè di chiara derivazione comunista. Se oggi si pensa ad un programma cornune, lo si pone sulla base di risoluzioni provvisorie di problemi particolari, con un atteggiamento di tipo radicale che ha poco a che fare con l'impronta decisamente socialista che allo Stato la base vorrebbe conferire. Si può dire, che, superato il marxismo clallo stalinismo, e superato lo stalinismo dagli eventi sovietici e internazionali, oggi da parte socialcomunista si stenti a trovare la giusta posizione: il che, se può preoccupare relativamente i comunisti, lontani ancora per chissà quanti anni da responsabilità di Governo, non ·può non preoccupare la classe dirigente di un partito che, se si farà, dovrà assumere precise funzioni politiche all'interno dello Stato e della democrazia. Albertoni, di Unità Popolare, aggiunse poco o nulla al dibattito. Si avverti la mancanza di Codignola, chiamato a Roma da una riunione degli esponenti del suo gruppo, ma il suo pensiero fu reso noto da un articolo pubblicato <:Jomenica stessa da Nuova Repubblica. Codignola ha assunto, nei confronti dell'unificazione socialista, un atteggiamento d'intransigenza, ponendosi ad un tempo all'estrema destra ed all'estrema sinistra dell'eventuale partito unitario, che dovrà « coprire il massimo di estensione politica », come « partito di alternativa ». A Firenze Albertoni propose la creazione di un partito moderno, che, rinnovando le proprie formule, rinunziasse a certi postulati orinai superati del marxismo, e affrontasse concretamente i problemi che oggi si pongono alla classe lavoratrice. Altri interventi di spicco della giornata furono quelli del senatore 1"1ariotti, nelle cui parole si ravvisarono dubbi concreti sulla possibilità di arrivare all'unificazione, data l'opposizione d'una forte aliquota della base del P.S.I.; di Merlo del P.S.D.I., che si pronunziò per l'unità di tutti i lavoratori in un sindacato unico, di Giugni e di Paggi. I temi sui quali i convenuti si trovaro110 d'accordo non furono pochi. Si discusse ripetutamente di introduzione delle masse popolari nella vita dello Stato; ma su questo punto si generò qualche confusione, poichè ad un [57] Bibloteca Gino Bianco
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