Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

ad apparire forse il tema essenziale della controversia: il problema coloniale. La diversa importanza, che il P.S.I. e i P.S.D.I. attribuivano al problema, non era compensata dalla sensazione diffusa nella ,base, che cioè nella recente questione di Suez i due partiti avessero assunto atteggiamenti consimili. Su molti dei presenti l'indiscrezione del Giornale d'Italia (la missione· in relazione alla politica algerina di Mollet, e cioè agli interessi coloniali della Francia), ripresa a volo dall'Unità e dal Risorgimento Socialista, lasciava l'impressione che l'articolo antiarabo apparso sul bollettino dell'Internazionale Socialista del 25 agosto u.s. avesse profonde radici nella coscienza socialdemocratica, trovando all'opposto molte resistenze nell'atteggiamento degli aderenti al P.S.I. Secondo punto toccato da Libertini fu quello dell'unità sindacale. Anche questo sarebbe stato un tema essenziale del convegno. Le preoccupazioni del P.S.I. in merito sono note; nel corso del convegno un rappresentante dell'U.I.L., Acciai, ha ricordato a tutti quali siano, d'altra parte, le posizioni assunte da Viglianesi e compagni. Libertini si dichiarò per la formula dell'unità sindacale entro la C.G.I.L. Infine egli chiese una nuova politica interna per il superamento della fase centrista e una decisa apertura a sinistra. Per quest'operazione chiese al futuro partito la garanzia di un deciso programma classista, richiamandosi ai postulati espressi nel programma del 1892 come ad un punto di riferimento imprescindibile nella vita di ogni Partito socialista. A Libertini seguì Walter Binni, che parlò a nome di coloro ch'egli stesso definì « i testimoni della diaspora socialista », vale a dire di quei socialisti che hanno vissuto l'odissea della scissione, essendo dagli eventi costretti a vivere idealmente il distacco dei due partiti senza riuscire a conci-- liare in via pratica il dissidio morale che da questa situazione scaturisce. Binni, che uscì dalle file socialiste dopo la scissione di Palazzo Barberini e da allora ha rinunziato a partecipare all'attività d'un qualsiasi partito, apparve, a chi non lo conosceva precedentemente, la figura di maggior stacco del convegno di Firenze, come uomo dotato d'una forza e d'una superiorità morale, di cui non sempre gli esponenti del socialismo nostrano hanno fatto mostra in questo dopoguerra. Binni ha insistito soprattutto su due argomenti: anzitutto aderenza del nuovo partito ai dettami della democrazia, sia nei fini che negli strumenti politici. Un suo accenno alla necessità di una democratica circolazione delle idee all'interno del movimento riscosse nella sala consensi che si rinnova• rono ad ogni accenno al problema fatto dagli oratori seguenti: segno che si trattava di un tema particolarmente sentito. In secondo luogo, Binni chiese una nuova politica interna, da parte d'un partito .socialisticamente cc integralista » e modernamente impostato. cc L'unificazione va fatta bene, piuttosto che presto », fu il succo del suo discorso, e l'invito alla chiarezza, ch'egli [55] Bibloteca Gino Bianco

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