Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

• Editoriale Questa rivista non ha mai nascosto o attenuato le proprie preoccupazioni in ordine alla fermezza dell'indirizzo atlantico cui essa r-ìtiene che debba ispirarsi la politica estera italiana. Se a qualcuno piacesse di qualificare queste nostre preoccup,azioni come proprie del cosiddetto <<oltranzismo atlantico», non avremmo da replicare altro che le buone ragioni del cosiddetto «oltranzismo atlantico>>. Proprio perchè siamo convinti della necessità di salvaguardare, e sviluppare, l'indirizzo atlantico della politica estera del nostro paese, dobbia1noora fare una ·considerazione:gran parte della D.C. e dei suoi fz·an-- cheggiatoti si è dichiarata angosciataper il pericolo che l'unificazione socialistapossa mettere domani in discussione, o in crisi, la nostra posizz·one internazionale, il nostro indirizzo atlantico; ma si è ben guardata dal rilevare che l'atteggiamento assunto dall'Italia sulla questione di Suez ha ni.essoin crisi oggi quella posizione, quell'indirizzo. Ci sia consentito di dire che Il Tempo, Il Giorno, Bettiol, Folchi, Taviani, e - last but not 1rast - l'Osservatore Romano, hanno abbracciatoposizioni assai incoerenti c6n la solidarietà atlantica; tanto incoerenti da rendere risibili le preoccupvzzioniper eventuali sbandamenti che potrebbero derivare dall'unzficazio-· ne socialista, una volta che Nenni fosse investito delle responsabilità che sono connesse all'unificazione stessa e al reingresso del P.'"ç.zn. el Comisco. \ Ma, quel che è peggio, dalle troppe incertezz.e,contraddizioni, pres- .rioni, Palazzo Chigi ne è uscito come paralizzato. È molto grave per esempio che ai primi di settembre l'on. Martino non si sia recato a Parigi, alla conferenza dei ministri ·della NATO. Non risulta facilmente spiegabile, coerente e coscz•ente, l'azione [3] Bibloteca Gino Bianco

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