cato. Questo problema è stato, a dire il vero, completamente ignorato nei tanti commenti della stampa italiana dall'incontro di Pralognan in poi e, a quanto sembra, anche nelle trattative sinora svoltesi fra socialdemocratici e socialisti. Ciò non vuol dire che non si tratti di un problema di somma importanza e di non minore difficoltà. Sul terreno meridionalistico la esperienza socialdemocratica, pur cosi significativa per la società italiana, ha rivelato ancor più chiaramente quel difetto di cultura politica e di rielaborazione ideologica che ne l1a sostanzialmente inficiato l'azione in campo nazionale. In materia il P.S.D.I. è andato a rimorchio delle impostazioni riformistiche che specialmente per iniziativa democristiana (Segni e Vanoni) e repubblicana (La Malfa) sono state adottate in questi anni dalla coalizione di governo che ha retto le sorti del Paese dopo il '47. D'altro canto, una remissione ancora più completa, ideologica e organizzativa, ha caratterizzato, quanto ad azione meridionalistica, il P.S.I. nei riguardi del comunismo. (Si veda la nostra inchiesta del n. 16 e le risposte alle critiche e alle recensioni dell'inchiesta stessa nei nn. 20 e 22 di Nord e Sud)· si veda in particolare l'articolo di Galasso e Cervigni nel numero 22). Si può anzi affermare che soltanto, nella vita sindacale il patto di unità d'azione fra P.S.I. e P.C.I. ha assunto un significato così pieno e concreto come nel « Movimento per la Rinascita del · Mezzogiorno » ; e non è un caso che dai sindacalisti e dalle federazio,ni meridionali del P.S.I. siano venute le voci più discordi o almeno più prudenti in materia di unificazione. Con questa notevole differenza: che, mentre in materia sindacale la soluzione da più parti proposta (resti per ora, e per quanto tempo sarà necessario, ciascuno dove si trova) sembra di non difficile attuazione e di generale soddisfazione, è invece oltremodo difficile anche soltanto impostare una soluzione, analoga o diversa, nei riguardi del Mezzogiorno. È, infatti, evidente che nè i socialdemocratici posso,no entrare anch'essi nel ' Movimento per la Rinascita e piegarsi qui alla soluzio,ne di fronte popolare alla quale con tanta ragione si sono rifiutati sinora nell Sud e in tutto il Paese; nè i socialisti possono facilmente liberarsi dalla rete troppo stretta che hanno lasciato tessere dai comuni ti, con i quali collabo·rano in diecine di amministrazioni e di organismi locali, in un ambiente in cui tno1 n c'è una forza politica di sinistra 1 che possa dare il cambio ai comunisti, come avviene in Italia settentrionale e centrale per la diversa consistenza del P.S.D.I. e, in certe zone, del P.R.I., e anche per la diversa fisionomia della stessa D.C., nel Sud molto più equivoca e vicina alla forte destra locale; nè, infine, socialdemocratici e socialisti possono rimanere separati nel Mezzogiorno mentre si unificano nel resto del Paese; o, peggio, so tenervi po,litiche diverse, che è nella maggioranza dei casi, ben altra cosa che il sostenere diverse soluzio,ni o interpretazioni di contratti di lavoro; e oltre tutto, come sarebbe possibile il permanere di una frazione socialista nell'opposizione frontista meridionale, se il futuro partito unificato dovesse assumere impegni di governo? [47] Bibloteca Gino Bianco
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