Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

tati. Avend.o realizzate la più parte delle riforme che avevano in animo di realizzlare, si dovettero acconciare ad amministrare il già fatto, e questo per un partito socialista (il quale, per inglèse che sia, resta sempre un po' apo .. calittico) era un'impresa alquanto ardua. D'altro canto la tranquill~tà con cui essi aveva110potuto {are la loro rivoluzione e il maggiore incivilimento che ne era derivato nei rapporti sociali, la diminuzione della pressione · conservatrice, la progressiva scomparsa degli enormi contrasti di ricchezza e povertà, gli stessi vantaggi che erano stati accordati .al comune dei cittadini; in una par.ola tutto ciò che i dirigenti avevano sognato per anni come l'avvento dell'era nuova e per cui gli umili e i poveri avevano votato dopo le grandi sofferenze della guerr,a, tutto ciò aveva prodotto una conseguenza affatto imprevista dai socialisti: la stanca soddisfazione che tiene dietro alla cueillaison des reves. Allo spirito agonistico era succeduto il gusto della cosa finalmente posseduta, il sentimento umano, da milioni di persone mai prima conosciuto, di godere in tutta tranquillità quel che. s'era con tanto sforzo e con tante privazioni co~quistato. L'ipotesi f.ondamentale del socialismo, che in cima al progresso economico e sociale doveva essere una nuova libertà e una nuova società, una coscienza umana diversa da quella dell' epoCiaprecedente, era smentita dai fatti:· il sogno della società socialista come termine ultimo naufragava. Chi crede che pei laburisti il problema sia oggi quello di decidere la dose delle nuove nazionalizzazioni si sbaglia · grossolanamente: il laburismo ha bisogno, come tutti noi del resto, di una definizione ideologìca e politica nuovla, che superi la frustrazione e la crisi, di una nuova carta geografica che gli consenta di trovar la strada per uscire dal labirinto. E finalmente qual'è lo scoglio su cui s'è urtato e infranto il mito della rivoluzione comunista? Uno storico che volesse spiegarsi la Riv.oluzione d'Ottobre fuori di ogni agiografia accennerebbe tra l'altro al ritardo d'un paese che non aveva conosciuto un serio sviluppo b.orghese, alla pressione che altri paesi più sviluppati finivano naturalmente con l'esercitare, ,alla consunzione delle vecchie classi dirigenti, alla brusca formazione di grosse concentrazioni di proletariato urbano che recava ancora recente il ricordo della servitù della gleba ed era ancora vivamente partecipe dell'ideale comunitario contadino. Ma tutto ciò mostra appunto che la << necessità » storica della Rivoluzione russa è profondamente diversa dalla « necessità >> storica teorizzata da Marx, che essa non è una rivoluzione « cov,ata dal capita- [39] Bibloteca Gino Bianco

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