Francia o alla stes~a Germania, si resta a volte impressionati dall'incapacità dei nostri stati nazionali ad assicurare certi servizi elementari".'.ai citta- · dini, quello della difesa ad esempio, oppure a garantire un'espansione economica cl1e risolv1 a certe strozzature della vita sociale. E se si guarda alla Italia e alla Francia, il fatto che in entrambi questi paesi, che p-ure hanno subito nelle loro carni la devastante esperienza della guerra scatenata dal fascismo, vi siano ancora dei nutriti gruppi di destra sovversiva; o il fatto che, malgrado tutto ciò che è accaduto nell'Europ1a orientale tra il '45 ed oggi, vi siano ancora dei forti partiti comunisti; questi fatti, se hanno un significato vogliono dire appunto che c'è qualcosa che non va. E, per varcare l'oceano, è innegabile che negli Stati Uniti vi sia una crisi di direzione politica e una confusione dei poteri e uno squilibrio nei meccanismi delle istituzioni democratiche. Come è innegabile che, se in una democrazia antica come quella americana si possono sviluppare ~d un tratto fenomeni del genere del maccarthismo, vi dev'essere anche in essa un turbamento profondo delle coscienze. E del resto questo della crisi degli ideali democratici è un'osservazione abbastanza comune, che non s'incontr,a soltanto nei libri dei teorici, ma che si legge nei giornali e si ode ripetere nelle conversazioni quotidiane, che si vede mettere avanti tutte le volte che c'è una delusione o una preoccupazione innanzi ad un avvenimento diverso da quello che si vorrebbe. Il Times di New York, ad esempio, commentando, qualche tempo fa, i risultati delle elezioni in Grecia non scriveva, forse, che essi erano una prova ulteriore della gravità della crisi mondiale della democrazia liberale? Ho preso il primo esempio che mi sia capitato sott'occhi nel momento in cui scrivevo; ma potrei moltiplicare all'infinito questo tipo di esemplificazione. Ora, in tale atteggiamento v'è un'esigenza giusta, quella cioè di riportare gli eventi alle loro ragioni più vaste e generali; ma v'è anche un rischio abbastanza grlave: di smarrire il senso delle prospettive e dei fatti in un discorso generico. Quando ci si fosse posti su quest'ultimo piano, cos~ resterebbe se non abbandonarsi al pessimismo, alla previsione apocalittica dei prossimi secolidi barbarie, oppure chiudersi in un atteggiamento scettico, nell'atteggiamento di chi nega l'utilità delle riforme al plurale fìnchè non si sia {atta la Riforma al singolare e con la maiuscola, che tutto abbraccia e risolve? Pessimismo e scetticismo sono entrambi inutili: e assai più utile è, semmai, l'osservazione di chi ricorda che l'umanità ha conosciuto [32] Bibloteca Gino Bianc-0
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