siderazioni e di volontà riformatrici per quel che concerne il funzionamento delle istituzioni parlamentari. Pure il male più grave non è qui, ma altrove. E non vorrei che si dimenticasse che il concetto della responsabilità politica di un governo innanzi al paese, o agli eletti del paese, è uno dei cardini fondamentali dei nostri sistemi liberali e che per rispettarlo occorre pur lasciare che i parlamentari {acciano il loro mestiere. In Italia, negli ultimi decenni del secolo scors.o,vi fu una vivacissima polemica antiparlamentare: e se anche le ragioni che la ispiravano erano un pò diverse da quelle che occupano gli ;tttuali medici del regime democratico, lo studio di essa resta molto istruttivo. E ancor più istruttiva resta l'esperienza che l'Italia ebbe a fare una volta che le istituzioni parlamentari furono soppresse e si instaurò al loro posto un regime che prometteva appunto di far cessare i colpi di teatro parlamentari, il gioco dello scomporsi e ricomporsi di effimere maggioranze, la ridda di governi deboli e asserviti agli umori delle assemblee più che solleciti del << bene della nazione». Forse per queste esperienze la più parte degli studiosi italiani di cose politiche sono come vaccinati sui temi della polemica antiparlamentare ed hanno imparato che il problema è empirico e non teorico. Più imp.ortante sembra invece l'altra osservazione sullo sconvolgimento causato nelle strutture democratiche e nella pratic;a politica delle democrazie dall'intervento delle masse e sul conflitto di competenza e democrazia. Si vorrebbe osservare, però, che questo non è affatto un f enomeno originale dei nostri tempi: da cosa mai deriva la dottrina platonica del re-filosofo, la noocrazia della Repubblica? E la discussione del problema era viva prima ancora di Platone negli ambienti intellettUpli e politici ateniesi del V secolo, e Socrate stesso vi ebbe una parte rilevante, sebbene non si possano attribuirgli (come credo di aver dimostrato ~lcuni anni fa) quei propositi reazionari che la massima parte degli storici hanno creduto di potergli attribuire. Ed è interessante rilevare che se il mito del tecnicisn10 era abbastanza diffuso ad Atene in quel tempo, non esprimeva sempre . delle istanze antidemocratiche: nei Dissoì l6goi, ad esempio, dove a mio giudizio l'influenza socratica è evidente anche per la p,arte politica, la polemica contro l'estrazione a sorte dei magistrati era fatta appunto in nome della maggiore ;tderenza ai principi democratici del sistema deìle elezioni. E non è necessario ricordare qui i luoghi di Isocrate che contengono un'identica posizione. Non, dunque, un fenomeno tipico dei nostri [29] Bibloteca Gino Bianco
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