rienz,a che se n'è fatta, - si aggiunge - non si può pensare diversamente da come si è abituati a pensare dei politici professionali: prontezza a seguire l'adulazione, servilismo ed ipocrisia, inettitudine a distinguere vero e falso, giusto e ingiusto. Le masse seguono i richiami passionali, i temi semplicistici, si eccitano volentieri, non amano ascol~are le verità p.oichè queste hanno sempre qualcosa di amaro, sono incompetenti a giudicare. E l'esempio che si offre di ciò più comunemente è ancora quello della politica estera, e v'è tutto un repertorio di luoghi comuni che si citano volentieri:. incapacità delle democrazie a {ar la pace nel '18; ,incapacità delle democrazie a trattare con Hitler... I problemi della politica estera -:- questo è l'argomento - chiedono un'attitudine alla riflessione fredda e insieme alla decisione tempestiva, e soprattutto chiedono che si abbia una preparazione che non ci si può formare leggendo i giornali o ascoltando la radio: le grandi masse nor1 sono perciò in grado di pronunciarsi con piena cognizione di causa su problemi che coinvolgono la vita della nazione. Eppure esse hanno il potere di farlo, un enorme potere che si è sempre più sviluppato negli ultimi anni, poichè sono èsse che mandano _glieletti nei parlamenti e questi a loro volta hanno il legittimo, o almeno comprensibile, desiderio di essere rieletti; e nelle elezioni - è stato detto - si verifica spesso la validità della legge di Gresham: il candidato cattivo scaccia quello buono. Inoltre la grande mobilità delle masse impedisce la costituzione di valori intangibili, di realtà ferme, e per ciò stesso porta ad una continua fluttuazione dei ceti dirigenti e quindi ~ei governi. Ultimo pericolo gravissimo, anzi ragione principiale di questa tirannide del popolo, è l'ideologia giocobina in nome della quale l'autorità delle masse si esercita e si giustifica. La Rivoluzione francese non solo avrebbe creato una frattura incolmabile nell'armonico svolgimento de{lle istituzioni, ma .avrebbe consacrato nei fatti nozioni equivoche come quelle della sovranità popolare, del governo dal popolo, del popolo, per il p.opolo, della profonda saggezza e bontà e capacità delle masse. Concentrando il male in una concreta istituzione storica e il bene fuori e contro di essa, la grande Rivoluzione avrebbe laperto la strada a tutte le altre, a quella di Lenin come a quella di Hitler; ed anche dottrine come il comunismo ed il nazionalsocialismo sarebbero in qualche modo eredi dell'ideologia giacobina. Come si vede, il circolo si salda perfettamertte: logoramento delle istituzioni democratiche, sottoposte all'usura del tempo e al confronto con avve- [27] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==