mento, operato volontariamente o involontariamente dagli uomini. E questi chiedono un ritorno alle origini, che assicurerebbe un più armonico funzionamento delle istituzioni guaste, e non dubitano che, una volta accettato il p;iradigma proposto, il meccanismo riprenderà a funzionare come • una volta. Certamente essi - o almeno i più intelligenti tra loro - si rendono conto che qualcosa è mutato nel mondo, che la storia (e lascian10 stare, per il momento, se progredendo o no) ha continuato a marciare, e con più velocità e fantasia di quanto gli uomini sospettassero: ma non sembra che tali pensieri li turbino eccessivamente. Essi restano chiusi nel loro programma di restaurazione, e qualsiasi cosa accada ... c'èst la faute à Voltaire. Per fare un esempio molto semplice, non è difficile leggere oggi che la politica estera delle democrazie occidentali è indebolita dalla pubblicità e dalle discussioni che le regole del gioco democratico im·pongono, che invece i successi della politica estera sovietica dipendono dal fatto che i dirigenti di questa non hanno impaccio di parlamenti e di pubblica opinione: e che perciò bisognerebbe che le democrazie occidentali tornassero alla buona vecchia pratica della diplomazia segretissima e della politica delle cancellerie. E non si riflette che quell'istituzione della diplomazia segreta era ancora un residuo dei vecchi regimi assolutistici, che non ha dato prova di funzionare meglio di come funzioni oggi quella non segreta, e che comunque fu messa dia parte perchè ormai inadeguata alle nuove situazioni nazionali ed internazionali. Vi sono altri, invece, che pongono tutta la loro attenzione su quella che essi chiamano la crisi morale dei tempi nostri, che vedono i loro simili irresoluti innanzi alle trop·pe fedi che sono offerte, smagati innanzi alle corruzioni, incerti e stupiti innanzi alle meraviglie dei progressi della scienza e della tecnica, i1npauriti innanzi alle prospettive di distruzioni che i nuovi strumenti bellici sono capaci di produrre, sospesi nella scelta dei valori e finalmente increduli. Essi non chiedono già fa~atismo, ma fede; e non si avvedono che la fede che domandano è parente strettissima del fanatismo. E si rivolgono alla storia e ritracciano il corso dei nostri ideali e lamentano che l'idea di tolleranzp. sia nata ad un parto con ui1a buona dose di scetticismo, e appuntano qui l'origine di tutti i mali; e non si re11dono conto che senza quello che essi chiamano << scetticismo », e che era soltanto filosofia, la tolleranza sarebbe morta di etisia. E accusp.no gli uomini di aver mescolati i puri ideali con tutte le impurità, di averli [25] Bibloteca Gino Bianco
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