Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

sticamente accodate al nuovo impegno meridionalistico, hanno pot~to giovarsi della estrema facilità con la quale hanno convertito fra le loro mani i nuovi strum,enti organizzativi in mezzi adoperati per il consolidamento e il ristabilimento delle proprie posizioni. A loro volta, i giovani elementi, che a Napoli sembrarono balzare in primo piano e che ancora un anno dopo a Matera suggerivano in p.olemi~a con il sottogoverno la formula di interesse generale: <<dirigentipiù seri e non più democristiani>>,i giovani elementi, dicevamo, appaiono ora avviati ad essere irretiti nella pigrizia del- - le posizioni acquisite dalle quali è difficile uscire senza mettere in pericolo taluni vantaggi che su un piano strettamente di partito, se non addirittura personale, sono stati conseguiti. Le prese di p.osizioni anticlientelistiche e rinnovatrici echeggiate al congresso di Napoli si sono dunque alla lunga risolte in una molto formale disciplina di partito, senza tradursi in effettive realtà politiche. La frequenza delle soluzioni di centro-destra (da questo punto di vista il quadrio diverrebbe certamente più oscuro, se fosse possibile ricostruire nei dettagli gli schieramenti determinatisi nei comuni con meno di 10.000abitanti) dimostra, appunto, la dolorosa ricaduta in prospettive che si ritenevano più o meno definitivamente super.ate: per ora sul piano amministrativo; alla lunga, inevitabilmente, sul piano politico. Anche se le destre tradizionali d.ovessero del tutto decomporsi, si profila, insomma, il minaccioso pericolo di una nuova e forse non migliore destra meridionale attraverso una possi1 bile dislocazione della D.C. sulle posizioni del paternalismo e dell'opportunismo, nella suggestione del peggiore sottogoverno, nella ostinata resistenza ad ogni modificazione di rapporti politici che datano da un orinai lontano 18 aprile 1948. Che è poi, ci sembra, il grosso pericolo addi~to anche in un recente articolo di Franco Maria Malfatti, del quale condividiamo lo spirito e gran .parte della impostazione; e ciò dimostrerebbe che la nostra critica coincide con l'autocritica cui si vanno sottoponendo gli ambienti politicamente più sensibili della D.C. È dai res.oconti del Congresso di Trento che sapremo qlltale portata politica si debba assegnare a questa necessaria autocritica. 7. Questi nostri rilievi appariranno forse gravi; ma essi nascono, come si è cercato di mostrare, dalla realtà delle cose. Noi non ci nascondiamo, tuttavia, quelle condizioni obiettive che hanno finora facilitato il process.o [20] Bibloteca Gino Bianco

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