... (14 seggi la D.C., 6 il P.C.I., 4 il P.S.l., 3 il M.S.I., 2 il P.N.M. e 1 il P.L.I.) diversa da quella vigente nel consiglio napoletano e il peso della destra era 1ninore, mentre solo qualche voto mancav,a alla D.C. per avere la maggioranza assoluta. In secondo luogo, allorchè la giunta fu completata con l'elezione in altra seduta dei restanti quattro assessori, i nominativi proposti dalla D.C. furono votati all'unanimità; e in tale unanimità andò dispersa buona parte, se non tutto il significato politico della prima votazione. Resta, comunque, il fatto che anche in questa provincia pugliese la D.C. ha interrotto la precedente collaborazione con le destre. Particolarmente interessante il caso di Avellino, ìl solo comune del wiezzogiorno in cui fosse presente una rappresenta11za consiliare del 11eo• costituito Partito Radicale. Nel 1952 A vellino era stata conqujstata dalle forze di destra, che vi hanno lasciato dopo quattro anni di disordinato predominio monarchico-fascista una situazione amministrativa desolante. La tesi democristiana che, nell'i1npossibilita di collaborare con i vecchi e squalificati amministr,atori, l'apertura a si11istra11elcapoluogo irpino abbia una' portata chiaramente limitata al campo ammi11istrativo potrebbe avere pertanto un certo fondamento. Ciò no11ostante è impossibile non rilevare l'interesse politico di una situazione come questa, dove il P.S.I. non solo ha accettato di partecipare alla formazione della maggioranza consiliare, ma partecipa anche in certo qual modo ,alla giunta, con un consigliere indipende11teeletto appunto nella lista socialista; sicchè la giunta si trova composta, .oltre che da questo consigliere i11dipendente, da consiglieri liberali e radicali, democristiani e socialdemocratici. Evidentemente sulla decisione dei locali dirige11ti socialisti ha influito la giusta co11siderazionedella necessità di sottrarre alle destre ogni possibilità di «far gioco>>.L'abile mediazione svolta da radicali e socialdemocratici ha peraltro facilitato la cosa, non meno di quanto l'abbia facilitato la locale situazione democristiana, che attraverso una lotta di persone ha visto alla fine prevalere ten- (lenze di sinistra su quelle di destra. Nè si può dire che la nuova amministrazione del capoluogo irpino abbia retto male, finora, alla prova. M,aggiori difficoltà sembra invece incontrare la maggioranza di centrosinistra costituitasi a Chieti fra i consiglieri della D.C., quelli del P.S.I. e il consigliere socialdemocratico (unico eletto della lista P.S.D.I.-P.R.I.). In questo capoluogo abruzzese, infatti, dominato da una tradizione politica angusta·mente conservatrice, l'~pertura a sinistra ha determinato una certa [13] ibloteca Gino Bianco
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