Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

maggio scriveva: « Lutti nostri ... Noi perdiamo uno dei nostri migliori compagni, dei più colti, dei più entusiasti... uno dei nostri collaboratori più apprezzati, la cui parola ornata e precisa interloquì da queste colonne con misura, con equilibrio, nelle questioni politiche ed economiche che più interessavano i lavoratori in generale e quelle della sua isola in particolare ... ». Sono suoi 19 articoli dell'Avanti! (dal dicembre 1915 al settembre 1917); 3 interventi sul <<Sempre avanti! » diretto da Oddino Morgari e Francesco G. Paoloni (Roma, 31 marzo, 28 aprile, 5 maggio 1917); un articolo sulla « Difesa delle lavoratrici» (Milano, 14 aprile 1918); tre articoli sul <<Risveglio dell'Isola >>,quotidiano proletario di Cagliari (3 gennaio 1918,25 gennaio 1918, 1 febbraio 1918). Particolarmente notevoli due articoli di fondo sull'Avanti!: (<<Germanofili>> ~ <<Il Parlamento e i socialisti») e, fra quelli interessanti 1a Sardegna: <<Zucchero e viticoltura» - « Politica finanziaria rovinosa ». Era ormai vicino il ritorno dal fronte dei superstiti della Brigata Sassari: contadini e pastori quasi tutti 1chesi erano trovati in trincea a formare un'unica famiglia e a correre i 1nedesimi rischi. Rìeclutati tutti nell'isola, anche i più paurosi vuoti, causati dagli scontri, erano stati ogni volta colmati da Sardi. La Brigata moriva, rinasceva, rimoriva e così doveva continuare fìnchè fosse durata la guerra che era stata data come l'ultima; dopo la quale il premio: una Sardegna con il pane e il ,companatico sicuri per tutti. Quella Brigata aveva ufficiali sardi di complemento che provenivano per lo più dalla piccola e media borghesia sarda; anche ufficiali e sottufficiali non sardi, questi meno numerosi di quelli. Fin dalle prime azioni essa si era fatta un nome col suo valore, sicchè il Comando Supremo volle conservarla sarda. Una regione in armi: e le famiglie lontane, pur nelle privazioni, le apprensioni e i lutti, trovavano un sollievo e un motivo di fierezza nel sentir citati a esempio i loro cari, intrepidi di fronte alla morte. Dopo la sanguinosa esperienza, seguita dalla vittoria, i reduci trovarono l'isola più squallida di prima: i suoi mali si erano aggravati in quegli anni. Anche di qui l'impazienZ:a dei reduci nel voler vedere mantenute le promesse, prima fra tutte « la terra ai ,contadini>>.Ma sembrava che chi aveva promesso si facesse come gioco di quell'impegno e così veniva paragonato al merlo che, passata la tempesta, si mette a fischiare: Domine, più non ti temo. Bellieni e Lussu con altri ex-ufficiali di complemento si misero alla testa per quella guerra che continuava. Ecco nascere in ogni Comune una ... . Bibloteca Gino Bianco [114]

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==