luzionari); la stessa Tempio con la sua cultura socialista alla Ferri e alla Lombroso, radicatasi dal '90 in poi... tutti questi vivai socialisti non hanno un autentico marchio sardo. Lo ha invece l'esperimento di un grosso borgo del Logudoro: Bon.orva, che si vanta di parlare il dialetto logudorese nei suoi termini più puri. Ivi, allora (ed ancora oggi in parte, nonosta!llte la eversione della feudalità nel '37), i termini di gerarchia erano affini a quelli del latifondo romano: i prinzipales, i massajos, la gente bascia, i cavaglieris. E questi 11ltimi,già ribelli ai feudatari e seguaci dell'Angioy, divenuti padroni delle terre che erano state dei baroni spagnoli, erano intenti a rincrudire i sistemi dì esazione, a sorvegliare implacabilmente la gente minuta che, in · tempo di feudalesimo, soffriva di meno perichè poteva sfuggire in qualche modo alla servitù grazie all'assenteismo signorile. Dalla padella nella brace, dicevano. Tanto che un bandito feroce, Derosas, poteva sembrare addirittura un vendicatore di torti, paladino della plebe miserabile, delusa e oppressa. Appare a questo punto il primo vero socialista sardo, di discendenza contadina, figlio di ricchi terrieri, avvocato, un ·po' bizzarro: Giovanni Antioco Mura, che aizzava il popolino contro i "signori" (reato contemplato dall'art. 247 del Codice Penale); donde le condanne accettate virilmente. Un consorzio agricolo e una cooperativa di produzione e lavoro dovevano sorgere in ogni villaggio: nel 1925, Bonorva, Giave, Cossoine, Pozzomaggiore, Padria, Semestene (questo villaggio, patria del fiero prete Muroni che fu il cappellano militare dell'esercito angioino, non il solo, tra i .sacerdoti del basso clero, che prese le parti delle genti rurali capeggiandone le sommosse), Mara, Villanova, Ittiri (grosso 1 borgo oggi dominato dalle sinistre), Thiesi... conservavano tutti tracce di quella predicazione. << Bonorva - scrive il Bellieni (op. c. •P·26) - fu l'unica realtà socialista della vera Sardegna dell'anteguerra». Per trovare documenti di quella crisi e di quel momento storico in genere, è utile consultare il giornaletto socialista « La Via>>,che si stampava a Sassari e al quale Attilio Deffenu, ancora giovanetto, ·mandava da Nuoro i suoi articoli: dalla stessa città in cui erano nati la Deledda e il Satta, e dove quest'ultimo alle sue arringhe penali alternava i canti puri, e i canti eloquenti ma sempre nobili, e di dichiarata simpatia per la Sardegna 11,midove quest'ultimo alle sue arringhe penali alternava i canti ispirati non di rado a un socialismo romantico. [111] Bibloteca Gino Bianco •
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